Nella sfolgorante costellazione delle scrittrici latinoamericane del Novecento, sempre meno offuscata dalla lunga indifferenza della cultura «ufficiale», le messicane occupano un posto d’onore, con opere che hanno aperto la strada a eredi eccellenti e numerose, pronte a fare tesoro di una preziosa lezione. Una delle ultime a emergere, tra loro, è Alaíde Ventura Medina, nata nel 1985, che con i suoi tre romanzi (il più recente Autofagìa, è appena uscito presso Random House e ha ricevuto l’entusiastico avallo di Cristina Rivera Garza) si è rapidamente conquistata un posto di spicco. ARRIVA ADESSO IN ITALIA il suo libro più noto e...