Si racconta che Giorgio Pasquali fosse solito dire ai suoi studenti: «se avete perso il fazzoletto, provate a cercarlo nel commento di Fraenkel all’Agamennone: lì c’è tutto». Era uno scherzoso riconoscimento dell’eccezionalità di un’opera che, alla metà esatta del Novecento, segnò un passaggio memorabile nella storia degli studi classici. Un libro stupefacente, nato dall’incontro di due nobili tradizioni di studio: quella della grande filologia tedesca di inizio Novecento e quella, assai diversa, coltivata nei colleges universitari inglesi. Quel frutto eccezionale nacque per altro da una vicenda personale dolorosa. Nato nel 1888 a Berlino da un’agiata famiglia ebrea, Eduard Fraenkel aveva...