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Fosse comuni a est. I ribelli accusano Kiev

Fosse comuni a est. I ribelli  accusano Kiev/var/www/ilmanifesto/data/wordpress/wp content/uploads/2014/09/24/25inchiesta ucraina – Reuters

Ucraina I ribelli accusano Kiev di crimini di guerra, il governo ucraino non ha ancora ritirato dalla zona cuscinetto le proprie truppe

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 25 settembre 2014

La notizia che primeggiava ieri sulle agenzie d’informazione russe, insieme alla dichiarazione di Obama all’Onu secondo cui Washington potrebbe rinunciare alle sanzioni, se la Russia cambierà politica sull’Ucraina, era quella del rinvenimento di fosse comuni con i cadaveri di civili delle regioni del Donbass.

Secondo lo speaker del Parlamento di Donetsk, Boris Litvinov, quella di cui si è avuta notizia ieri, nei pressi del villaggio di Nizhnjaja Krynka, a circa 60 km da Donetsk, non sarebbe l’unica fossa comune. In precedenza, più di 30 cadaveri erano stati rinvenuti in una fossa nella zona di Telmanovsk. A Nizhnjaja Krynka sono stati esumati 4 cadaveri (uno è quello senza testa di una donna, con le mani legate dietro la schiena. Ma in rete circolano da un po’ di tempo immagini di teste tagliate, sembra di miliziani filorussi, racchiuse in cassette di legno) in un luogo e altri 5 in un altro poco distante. Il Presidente della Commissione affari esteri della Duma, Aleksej Pushkov, ha dichiarato a Itar-Tass che la Russia porrà al Consiglio e al Parlamento d’Europa e all’Osce la questione se «a Kiev siano oggi al potere persone direttamente responsabili di questi crimini di guerra e di crimini contro l’umanità».

Sembra che l’area dell’ultimo ritrovamento fosse controllata, fino a pochi giorni fa, da reparti della Guardia nazionale ucraina: naturalmente i primi sospetti vanno in quella direzione. Altrettanto naturalmente, Kiev nega ogni addebito. L’Ufficio stampa delle forze cosiddete «antiterrorismo» di Kiev, facendo propria una formula un tempo appannaggio della Tass «è autorizzato a dichiarare ufficialmente che questa informazione non corrisponde alla realtà ed è diretta a discreditare le forze armate ucraine». Forze armate che, intanto, come dichiarato dal rappresentante del Consiglio di difesa, Andrej Lysenko, non stanno arretrando le artiglierie di calibro superiore ai 100 mm, come invece previsto dal memorandum sottoscritto sabato scorso alla riunione del Gruppo di contatto a Minsk. «Lo faranno – ha detto – quando anche le milizie lo faranno. Prima è necessario realizzare il cessate il fuoco».

Ma il Ministro della Difesa di Donetsk, Vladimir Kononov, ha dichiarato a Itar-Tass che l’arretramento dei calibri pesanti da parte delle milizie è già iniziato martedì scorso. Comunque sia, appare quantomeno relativo parlare di un vero e proprio cessate il fuoco. Ieri le milizie di Lugansk dichiaravano di aver assestato un «colpo distruttivo» al battaglione «Ajdar», nell’area di Komisarovka e i combattenti di Donetsk parlavano di un attacco di carri che avrebbero portato alle posizioni della Guardia nazionale. La stessa Guardia nazionale che martedì scorso avrebbe aperto il fuoco su due adolescenti che, in bicicletta, non si erano fermati a un posto di blocco nei pressi di Mariupol, ferendone uno in modo grave.

Sarà forse per far fronte a simili «inconvenienti» che lo speaker della Rada Aleksandr Turcinov ha annunciato la realizzazione di «un vallo insormontabile» attorno a Mariupol. Per il confronto non guerreggiato, mentre Mosca preparava l’invio del quarto convoglio umanitario nel Donbass, Tokio annunciava di aver introdotto sanzioni nei confronti di 5 banche russe – Sberbank, Vtb, Veb, Rosselkhozbank e Gazprombank – che già figurano tra quelle sanzionate da Washington.

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