Forse bisogna guardare al cosmo per fare la rivoluzione in Terra
ExtraTerrestre

Forse bisogna guardare al cosmo per fare la rivoluzione in Terra

Forse non molti sanno – e lo leggiamo in questo libro sulla «galassia di pensiero e prassI cosmo anticapitalista» – che Yuri Gagarin dedicò la propria missione nello spazio a […]
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 28 luglio 2022

Forse non molti sanno – e lo leggiamo in questo libro sulla «galassia di pensiero e prassI cosmo anticapitalista» – che Yuri Gagarin dedicò la propria missione nello spazio a Nikolaj Fedorov: filosofo e bibliotecario (1829-1903), autore di Filosofia della questione comune e considerato il padre del cosmismo, corrente filosofica portatrice di una visione ottimista sui destini e le potenzialità dell’umanità, in una evoluzione cosmica in grado di sconfiggere malattia e morte.

IL VISIONARIO FEDOROV, scriveva Ryszard Kapuscinski in Imperium, condusse una vita spartanissima, regalando ai poveri la gran parte del suo magro salario. Forse non molti sanno dell’afrofuturismo, che affonda le sue radici nel periodo successivo alle lotte per l’indipendenza… Anni 1960 in Zambia, Edward Makuka, già attivo neL movimento di resistenza anticolonialista, si impegna a fondare nel suo paese l’Accademianazionale delle scienze, della ricerca spaziale e della filosofia, con il compito di preparare psicofisicamente una afronauta all’interno del programma spaziale africano rivolto all’esplorazione prima della Luna poi di Marte, e irrealizzabile visti i mezzi.

UN’IDEA DEL COSMO ISPIRATA a un accesso etico, che ribalta «le modalità predatorie con cui l’essere umano guarda al possibile sfruttamento delle risorse dello spazio». Forse non molti sanno di Aleksandr Bodganov, figura della Russia pre-soviet, e del cosmo-marxismo di questo medico, rivoluzionario narratore di fantascienza. I suoi racconti nel libro La stella rossa descrivono la società socialista ideale sul pianeta Marte. Con Bogdanov il cosmismo «giunge fin quasi alla guida del partito bolscevico», materializzando «l’idea che la costruzione di un nuovo mondo somigli davvero molto all’impresa di insediarsi su un pianeta alieno (…)».

FORSE NON MOLTI SANNO che Wu Ming 2 ha suggerito l’idea di una vicinanza intellettuale fra Bogdanov e Antonio Gramsci, il quale del resto nei Quaderni dal carcere mostrava interesse per il «romanzo scientifico d’avventure, geografico» (sua definizione), nel quale intravedeva spiragli di realismo possibile. Forse non molti sanno dell’ufociclismo… La Critical mass annuale si chiama interplanetaria, quella del 2019 aveva come slogan «siamo tutti alieni e nessuno lo è più degli altri» e quella romana del 2021 ha incrociato la gira degli zapatisti, che in Chiapas organizzavano gli incontri «intergalattici».

DEL RESTO IL PROTO-COSMISTA Alexander Sukhovo-Koylin individuava nella bicicletta il mezzo per l’accesso a un’umanità nuova. E ufociclista si definisce l’autore di questo saggio; scienziato e musicista, è esperto di spazio come terreno di conflitto. Mentre siamo all’esordio della terza era spaziale, pilotata da un capitalismo multiplanetario che «promette di colonizzare pianeti, lune e asteroidi», grazie soprattutto a imprenditori privati, fra i più ricchi del pianeta, questo testo propone una fitta rassegna di pensatori, opere (saggi, romanzi, film), filoni di ricerca, intuizioni politiche e azioni che «hanno guardato allo spazio extra-atmosferico come al nuovo terreno del conflitto e dell’emancipazione».

LA «GALASSIA DI PRASSI e di pensiero» del cosmoanticapitalismo è vista come ideale argine all’espansione del modo di produzione capitalistico-neoliberista. Già lo spazio è una discarica elettronica. Diventerà una fabbrica multiplanetaria? Secondo l’autore, peraltro, la prima grande trasformazione è già in corso sulla Terra, «attraverso i mutamenti climatici, la virtualizzazione dei rapporti sociali, il confinamento nella dimensione privata, lo sviluppo delle intelligenze artificiali sociali (…)».

IL COSMOANTICAPITALISMO può diventare «un inevitabile snodo critico», ma anche «un naturale approdo per la costruzione di rapporti sociali, forme umane collettive diverse da quella che, da monopolista, permea il pianeta Terra». Insomma guardare al cosmo per rivoluzionare sulla Terra. Forse. Perché sembra più facile immaginare una società più giusta su un altro pianeta che sul nostro…

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