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Fornaro (Leu): «Ora le testate locali e cooperative. La Lega si impegni ancora»

Fornaro (Leu): «Ora le testate locali e cooperative. La Lega si impegni ancora»Federico Fornaro, presidente dei deputati Leu

Radio Radicale/Il presidente dei deputati Leu Il deputato parla dei prossimi passi: «E' emersa una larga maggioranza a favore del pluralismo, si passi dalle parole ai fatti»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 14 giugno 2019

«Ha vinto il buon senso. Ma ha contato anche l’opportunismo tattico della Lega che ha visto la possibilità di mettere in difficoltà i 5 stelle», spiega Federico Fornaro, presidente dei deputati Leu, a proposito dell’emendamento che salva la vita a Radio Radicale. «I 5 stelle a loro volta si sono arroccati su una posizione incomprensibile. L’intestardimento sembra rispondere ad altre logiche: all’idea che il giornalismo, quindi l’intermediazione vada ridotta se non abolita».

In queste ore il M5s ha persino radicalizzato la sua posizione su questo tema. Vuol dire che la battaglia per le testate locali e i giornali in cooperativa ora sarà più difficile?

Intanto questo dimostra che la posizione del sottosegretario Crimi è quella del movimento nel suo complesso. La strada è in salita. Radio Radicale è un passaggio, ma ce ne sono altri, delicati. I 5 stelle si nascondono dietro la spesa pubblica “improduttiva”, secondo loro. Quella di ieri è la vittoria di una battaglia, ma non della guerra. I tagli all’editoria, seppur progressivi, rischiano in tre anni di portare alla chiusura i giornali in cooperativa e di mettere in ginocchio l’editoria periodica locale, che sono una ricchezza. Le vere cooperative perché sono uno strumento di libertà e comunque la si voglia pensare risentono meno dei rapporti con il potere politico, rispetto a quelle di proprietà industriale; e le testate locali aiutano i territori, soprattutto quelli marginali, a sentirsi comunità, e quindi meno abbandonati.

In parlamento ora c’è una maggioranza su questi temi?

Dobbiamo capire se la Lega ha usato questa vicenda nella guerra guerreggiata dentro la maggioranza. Certo, stando alle parole, è emersa una larga maggioranza che riconosce il contributo all’editoria come uno degli strumenti per garantire il pluralismo in questo paese. L’obiettivo di «contributi zero» di Crimi non è condiviso dalla maggioranza del parlamento. Ora non bisogna mollare la presa, bisogna cercare un provvedimento per tornare sul tema dei contributi all’editoria. Come ricorda spesso il presidente della Federazione della stampa Beppe Giulietti, se oggi una di quelle testate va in banca rischia di trovare un credit crunch, una chiusura. Con l’attuale tabella di azzeramento dei contributi non c’è bisogno di aspettare tre anni per vedere in ginocchio se non chiuse queste testate.

Da dove si deve ripartire?

Bisogna avere la stessa capacità di fare quello che ha fatto Radio Radicale: essere martellanti, sollecitare l’opinione pubblica e la politica al rispetto anche delle parole che si dicono. Perché alle parole bisogna far seguire i fatti. Da questo punto di vista è giusto riconoscere alla Lega di aver dato, magari non nei termini un cui pure si poteva, un segnale concreto. L’obiettivo deve essere chiaro: Radio radicale è importante e fondamentale, ma ci sono anche i giornali delle cooperative e le testate locali. Dobbiamo fare uno sforzo per tenere tutti insieme e salvaguardare questo patrimonio della democrazia italiana.

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