Forlì Open Music, la perfetta teoria del suono
Eventi Ottava edizione per il festival promosso da Area Sismica all’interno della rassegna Musica Inaudita e Musiche Extra-Ordinarie.
Eventi Ottava edizione per il festival promosso da Area Sismica all’interno della rassegna Musica Inaudita e Musiche Extra-Ordinarie.
Ottava edizione del Forlì Open Music, il festival di suoni del presente portato avanti con il solito, proverbiale coraggio da Area Sismica, all’interno della rassegna Musica Inaudita e Musiche Extra-Ordinarie. Il longevo, lungimirante circolo Arci forlivese, giunto alla trentacinquesima stagione di proposte non allineate e sempre rivolte a ciò che nel panorama mondiale fa rima con anti-retorica, raffinatezza, sfrontatezza e ricerca, nel primo weekend di novembre porta nel capoluogo romagnolo una conferenza sulla storica Impulse!, la casa discografica che ha legato il suo nome al genio di John Coltrane, raccontata dallo scrittore, giornalista e produttore discografico Ashley Kahn, seguito dal pianista Fabrizio Ottaviucci alle prese con il viaggio di Palais de Mari di Morton Feldman, un’esperienza unica e intensa sia per chi la suona che per chi la ascolta, venticinque minuti dove la dimensione temporale è completamente dissolta e fragili elementi di una bellezza che lentamente, inesorabilmente ci avvolge ci interrogano: “Dove sono?”.
CONSERVA il medesimo carattere enigmatico il solo del percussionista Michele Rabbia, torinese d’esportazione da anni sulle scene della musica creativa: un set strumentale ridotto all’osso, microfoni, elettronica viva e creativa, una serie di epifanie elettroacustiche dove sintassi e grammatica della percussione vengono smontate e ricomposte: il ritmo si fa polvere, ombra, carne, sangue, futuro e storia. Irrequieto e in perenne, sghembo movimento, il ritmo che conduce le danze febbrili dei Genera, piano trio classico nell’assetto ma avventuroso e mai banale nell’approccio, nell’intenzione, nella pronuncia, che conferma e amplifica le ottime impressioni suscitate dall’esordio “Active Observation”, uscito l’anno scorso. Uno swing tutto implicito e mentale e calibratissime intrusioni elettroniche aggiungono grammi di mistero a una musica che fa della destrutturazione, dell’apparizione di ombre e visioni la sua personalissima cifra. Chiudono la prima giornata Tell Kujira, quartetto avant-free-rock da camera per due archi (viola e violoncello) e due chitarre elettriche, per l’occasione allargato a cinque con la presenza di Marco Fiorini, ricercatore al prestigioso IRCAM di Parigi, uno dei più grandi centri di ricerca pubblici al mondo dediti alla creazione e alla ricerca in ambito musicale.
IL MOOD del loro suono è metamorfico, scivola da brume cameristiche ad ansie metalliche e corrusche, il live somiglia ad un’esplorazione nel ventre della balena. Toccante il tributo a colui che Karlheinz Stockhausen definì il Buddha del contrabbasso, Fernando Grillo, da parte del suo allievo, Enrico Francioni: “La mia arte inizia dove l’universo cessa di agire e ha un carattere fortemente naturalistico”. Più classico ma comunque riuscito il duo ance e contrabbasso di Eugenio Colombo e Roberto Bartoli, notevolissimo il set finale del Chris Pitsiokos Ensemble, quintetto che manda in orbita intricate e lievissime teorie avant-noise-drone-jazz, che suonano come un brillante arrangiamento e deragliamento di certe inquietudini di Ornette Coleman. Il viaggio nelle musiche più avventurose dell’oggi proseguirà per tutta la stagione: prossimi appuntamenti del 2024 il 24 novembre con il noise panasiatico del Far East Network di Otomo Yoshihide e il 15 dicembre con il concerto al buio del contrabbassista John Edwards. Per ogni dettaglio www.areasismica.it. .
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento