Per ottenere il contributo fino a 60 euro sull’abbonamento al Trasporto pubblico locale bisogna mettere in campo doti atletiche. Innanzitutto il governo ha ristretto la platea di beneficiari, come su ogni misura: il reddito complessivo per richiederlo è diventato di 20 mila euro rispetto ai 35 mila precedenti. Questo perché anche lo stanziamento si è ridotto: da 190 milioni dello scorso anno a 100 milioni del decreto Carburanti. Quindi entrano in gioco i riflessi: le risorse si sono esaurite ad agosto (l’erogazione è iniziata il 17 aprile).

IL GOVERNO ha avviato un click day con i fondi residui per il primo settembre: la gara è durata solo un’ora, il tempo di finire di nuovo il budget. Per gli altri la possibilità di essere ripescati nel nuovo click day del primo ottobre, organizzato con uno stanziamento aggiuntivo di 12 milioni: sveglia alle 8 per un secondo girone infernale a chi arriva prima, la gara è durata 9 ore e poi stop alle richieste. Resta l’ultima possibilità, gli ulteriori fondi residui: l’appuntamento, nel caso, è per il prossimo primo novembre. Oltre 2milioni i beneficiari sopravvissuti agli spareggi per un bonus di soli 60 euro.

QUESTION TIME alla Camera ieri, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, interrogato sul tema, non ha fatto una piega: per la misura, ha detto, rivolgetevi alla collega al Lavoro e Politiche sociali, Calderone. Circa il suo dicastero, va tutto benissimo: nientemeno «il sistema del trasporto pubblico italiano è all’avanguardia in Europa e nel mondo». E poi: «Il decreto Energia ha previsto la possibilità di utilizzare la social card per l’acquisto di abbonamenti per gli autobus. Entro il 2026, con i fondi del Pnrr, sono previsti 3 mila nuovi bus a zero emissioni per il Tpl per circa 2 miliardi; 3 miliardi per filobus, tram e metrotramvie; 650 milioni per il rinnovo dei treni regionali».

COME STANNO LE COSE lo spiega Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile di Legambiente: «Stamattina (ieri ndr) c’è stata un’audizione in commissione Trasporti della Camera. L’odg della maggioranza partiva dalla preoccupazione per la perdita di passeggeri, che non si è riusciti a recuperare dopo il Covid, e la necessità di rifinanziare il settore visto che l’insieme del Pnrr e dei fondi del Piano Trasporti sono insufficienti a garantire il semplice ricambio dei mezzi pubblici, treni e autobus, obsoleti. Ovviamente i partiti di maggioranza si guardano bene dall’indicare un aumento della spesa e si preoccupano soltanto dei servizi minimi essenziali da distribuire in tutte le regioni. Ma un’equa distribuzione senza aumentare le disponibilità economiche vuol dire ridurre il trasporto pubblico nelle città e nelle regioni più forti. Madrid ha più chilometri di metropolitana di tutte le città italiane, Milano ha da sola metà dei chilometri di metropolitana d’Italia. Come si fa l’equa ripartizione se non investi?».

CAPITOLO PONTE sullo stretto di Messina, la nuova passione di Salvini. La secessione dei ricchi, il dimensionamento scolastico che taglia al Sud, la Sanità meridionale senza soldi, i Fondi coesione e sviluppo bloccati, il Pnrr tagliato, tutto impallidisce difronte a «una sfida che ci porterà un guadagno con pochi precedenti», ancora parole del ministro durante il question time. «L’obiettivo è far partire i cantieri entro l’estate del 2024 – ha spiegato -. È un impegno preso con l’Ue per un corridoio che da Palermo conduce al Nord Europa. Il costo che il Def prevedeva è di 13,5 miliardi, contiamo che il tetto massimo possa essere di 12 miliardi, con un contributo dalle regioni Sicilia e Calabria e uno dalle istituzioni europee. Nessuna opera sarà definanziata per il Ponte».

IN MATTINATA aveva spiegato: «Il mio obiettivo è che in questa manovra ci sia non solo lo stanziamento per l’avvio dei lavori ma che in conto capitale ci sia tutta la copertura necessaria per finire i lavori entro il 2032». Quindi il governo non riesce a trovare 4 miliardi per salvare il Servizio sanitario nazionale da morte certa, come certifica Gimbe, ma può sacrificare il Sud alle ambizioni di Salvini. I 5S, che l’avevano interrogato sull’opera, nella replica di Riccardo Ricciardi si lasciano andare a una stoccata su come il ministro leghista abbia fatto pubblicità sui social, tipo influencer, all’Esselunga, «che in passato finanziò illegalmente Radio Padania». E sul ponte: «Le abbiamo chiesto dove prenderà i soldi e lei non ci ha detto niente».

CAPITOLO BUS precipitato a Mestre. «Non è un problema di guardrail – il commento di Salvini a Sky -. Ho sentito che i Vigili del Fuoco parlavano delle batterie elettriche che prendono fuoco più velocemente di altre forme di alimentazione. In un momento in cui qualcuno dice tutto elettrico, forse uno spunto di riflessione si deve fare. L’Europa che noi vogliamo cambiare ci dice, per esempio, che dal 2035 tutti devono comprare o vendere solo auto elettriche. È una fesseria». Quindi sì all’Ue per il Ponte e no all’Ue per la transizione ecologica. Da Avs Angelo Bonelli replica: «È indecente che figure pubbliche utilizzino tragedie come Mestre per alimentare una narrativa infondata e pericolosa contro l’elettrico. I dati Usa del 2020 sono inequivocabili: sommando gli incendi delle auto a benzina e ibride si arriva a 215 mila vetture in fiamme, le auto elettriche si sono fermate a 52». E Poggio: «Le compagnie di assicurazione ci dicono che è molto più probabile avere degli incendi su mezzi di trasporto a combustione di quelli elettrici tanto è vero che l’assicurazione per i veicoli elettrici costa meno dei diesel». Infine, la segretaria dem Schlein sul Ponte di Messina: «Il governo si sta concentrando su un progetto anacronistico ed estremamente dispendioso. Prima dica cosa investe per migliorare strade e mobilità oggi. Non forse tra 20 anni».