Fondi Lega, perquisizioni alla Regione Lombardia. Indagato l’assessore Galli
Procura di Genova Inchiesta per riciclaggio di parte dei 49 milioni di euro. Per i pm, coinvolta l’associazione "Maroni presidente". L’ex governatore: «Mai avuto ruoli»
Procura di Genova Inchiesta per riciclaggio di parte dei 49 milioni di euro. Per i pm, coinvolta l’associazione "Maroni presidente". L’ex governatore: «Mai avuto ruoli»
Che fine hanno fatto i 49 milioni di euro che, secondo il tribunale di Genova, la Lega ha incassato illegalmente attraverso i proventi dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di azioni pubbliche (ormai prescritti) commessi dall’ex leader del Carroccio Umberto Bossi e dall’ex tesoriere Francesco Belsito tra il 2008 e il 2010? La procura di Genova, nell’ambito di un’inchiesta sul presunto riciclaggio di una parte di quei 49 milioni (fondi che da settembre la Lega sta restituendo allo Stato in 80 anni con rate da 600 mila euro l’anno) aperta due anni fa, ieri ha inviato la Guardia di finanza a perquisire alcuni uffici di Regione Lombardia a Milano, tra i quali quelli dell’assessore regionale all’Autonomia e alla Cultura Stefano Bruno Galli, indagato per supposte operazioni di riciclaggio attraverso l’associazione «Maroni Presidente». L’assessore leghista Galli era già stato indagato dalla procura di Milano per appropriazione indebita ma il fascicolo venne poi archiviato per richiesta dello stesso pm.
Ieri però sono stati perquisiti anche gli uffici di due società che hanno fornito servizio per le campagne elettorali della Lega: la «Boniardi Grafiche srl» a Milano, che sarebbe riconducibile al deputato leghista Fabio Massimo Boniardi, e la «Nembo srl» con sede a Monza, allo stato cessata. Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria si è recato anche in domicili privati, e anche a Lecco, alla ricerca di prove e documenti che confermino il riciclaggio. Per esempio, secondo i magistrati di Genova, circa 450mila euro sarebbero transitati da Banca Aletti all’Associazione «Maroni presidente» che li avrebbe contabilizzati come spesa per acquistare materiale per la campagna elettorale della Lega ma in realtà li avrebbe dirottati verso conti correnti riconducibili al partito.
L’ex presidente della Lombardia Roberto Maroni – che a novembre è stato condannato anche in Appello ad un anno di reclusione per aver favorito, al Pirellone, due sue ex collaboratrici del Viminale – con un post su Facebook si è dichiarato estraneo ai fatti: «In merito alle indagini che riguardano un’associazione che porta il mio nome (creata per le elezioni regionali del 2013) preciso di non aver mai avuto in essa alcun ruolo gestionale né operativo. Sono tuttavia certo – ha affermato Maroni – della correttezza della gestione da parte del presidente e dei consiglieri».
Sulla questione è intervenuto il capogruppo del Pd in Regione Lombardia, Fabio Pizzul: «Al netto della vicenda giudiziaria, che speriamo si concluda presto e che faccia chiarezza sulle eventuali responsabilità dell’assessore Galli, si pone con forza nuovamente una gigantesca questione politica che è la scomparsa dei 49 milioni di euro che il tribunale chiede indietro alla Lega. Stiamo parlando di un partito – ha sottolineato Pizzul – la Lega Nord e Lega Salvini premier, sui cui finanziamenti esistono diverse inchieste sia giornalistiche sia giudiziarie, una con pesanti risvolti internazionali. È la Lega dell’ex vicepremier Matteo Salvini, candidato in pectore del centrodestra alla guida del Paese. Il minimo che si deve pretendere – è la conclusione del capogruppo dem – è che quel partito faccia subito piena chiarezza sui 49 milioni e sulle sue fonti di finanziamento».
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