In questa settimana noi italiani acquistiamo circa il 25% del cioccolato che consumiamo in un anno. Sotto forma di uova, naturalmente, come si addice alla Pasqua, festa primaverile per eccellenza. Cioccolato buono per il cuore e per molto altro. Ma solo se fondente e non al latte. Preparato con il 70%, ma meglio con l’85-95% di cacao. Limite oltre il quale, almeno a mio parere, il piacere di consumare il «cibo degli dei» rischia di trasformarsi in una esperienza da iniziati.

NONOSTANTE LA RICERCA SCIENTIFICA confermi sempre più che i vantaggi per l’organismo stanno soprattutto nell’adozione di stili alimentari salutari più che nel consumo di specifici alimenti o nutrienti, alcuni cibi destano comunque un particolare interesse. Il cacao e il cioccolato sono sicuramente tra questi.

NEGLI ULTIMI ANNI SI SONO INFATTI accumulate molte prove delle proprietà benefiche del cioccolato. Prove che, a ben vedere, hanno semplicemente tradotto in termini numerici e dati scientifici quanto stava già nell’antica tradizione delle civiltà precolombiane. Che, non per caso, chiamavano «cibo degli dei» (theobroma) la bevanda preparata con le fave di cacao.

BUONO PER IL CUORE. È DIMOSTRATA una associazione protettiva tra consumo di cioccolato e rischio cardiovascolare (Heart 2019;105:49-55). Si tratta tuttavia di una associazione non lineare ma descritta invece da un grafico con andamento a J. Che significa? Che per consumi moderati (circa 6 grammi al giorno) si ha il massimo beneficio, mentre per consumi superiori il vantaggio tende a ridursi. Probabilmente perché cominciano a prevalere gli effetti nefasti su cuore e circolazione dell’aumento del peso corporeo favorito (anche) dal consumo abbondante di cioccolato. Un alimento assai energetico, ricco di grassi e con buone percentuali di zucchero.

VANTAGGI ANCHE PER IL CERVELLO. Il notevole contenuto di flavanoli (sostanze protettive e antiossidanti) del cioccolato mantiene elastiche le arterie e migliora la funzionalità dell’endotelio, il rivestimento interno delle arterie. L’endotelio è un vero e proprio organo dotato di notevoli proprietà regolatorie della pressione e il cui buon funzionamento è basilare per allontanare il rischio di formazione di coaguli e di trombi. Un miglior afflusso al cervello di sangue ossigenato e di glucosio è probabilmente il meccanismo mediante il quale i flavanoli del cioccolato contribuiscono a moderare il rischio di ictus. C’è dell’altro.

I FLAVANOLI SONO IN GRADO di attraversare anche la barriera ematoencefalica e di esercitare complessivamente un effetto neuroprotettivo. Influenzando positivamente anche alcune funzioni cerebrali come la vista o alcuni aspetti della cognitività (Plant Foods Hum Nutr 2020;75:1-11). Effetti positivi evidenti, tanto da suggerire in alcuni casi la possibilità di rallentare la progressione di patologie neurodegenerative.

VIETATO PER CHI SOFFRE DI CEFALEA? La relazione tra consumo di cioccolato e mal di testa non è chiara. Agli alimenti usualmente relazionati con lo scatenarsi di questo disturbo (formaggi stagionati, vino rosso, glutammato, salumi), molti pazienti aggiungono anche il cioccolato. Anche se poi, a domanda specifica, meno del 15% degli intervistati accusa questo alimento di scatenare una crisi (Nutrients 2020;12:608).

DI FATTO, IL CIOCCOLATO E’ RICCO di triptofano, un precursore della serotonina che, oltre a migliorare la qualità del sonno e l’umore, allevia il mal di testa. Nel cacao e nel cioccolato fondente c’è anche un bel po’ di magnesio. Un minerale di cui sono note le proprietà antidolorifiche, soprattutto nei soggetti affetti da dolore cronico. Infine il cioccolato contiene buone quantità di vitamina B2 (riboflavina), la cui assunzione riduce il numero e l’intensità delle crisi emicraniche.

AL LATTE O FONDENTE? PRATICAMENTE tutti gli studi scientifici confermano che gli effetti benefici del cioccolato sono prodotti dal cioccolato fondente e non da quello al latte. Probabilmente la presenza del latte interferisce in qualche modo con l’assimilazione delle sostanze protettive del cacao. Oppure, molto semplicemente, latte e zucchero (abbondante nel cioccolato al latte) riducono la quantità di cacao e quindi di elementi protettivi presenti nel cioccolato.

UNA NUOVA PANACEA? SULLA SCORTA di questi studi, i cui risultati sono spesso assai semplificati dai mezzi di comunicazione, molti consumatori appassionati e probabilmente anche i produttori tendono a considerare il cioccolato quasi come una nuova panacea. Una delle figlie di Esculapio, il dio della medicina, era appunto Panacea. Provvista di una pozione onnipotente era invocata per la guarigione di tutti i malati e di ogni male del mondo.

NON E’ EVIDENTEMENTE QUESTO IL CASO del cioccolato. Tuttavia, se assaporato con moderazione e buon senso e di ottima qualità, senza grassi vegetali diversi dal burro di cacao (lo testimonia il termine «cioccolato puro» in etichetta), di produzione biologica e preferibilmente proveniente dal circuito equo-solidale, si tratta di un alimento che sostiene il corpo e contemporaneamente ristora l’anima. Non è poco, di questi tempi.