Di primo acchito sembrano due nerd qualunque. Due di quelle figure che potresti trovare in qualsiasi college e che pensano solo ai videogame e alla trap. Poi ci parli un po’ e capisci subito che non è così. Per esempio, se chiedessi loro quali sono i riferimenti musicali con i quali sono cresciuti, risponderebbero citando niente meno che i Beatles, Frank Zappa e i Police. Domi & Jd Beck hanno 42 anni, ma in due, lei è u pochino più grande di lui. E non sono i bellissimi da cartolina. Però sono diversi, da sempre navigano nel mondo musicale, convinti di potercela fare. In effetti a fine luglio è uscito il loro disco d’esordio e se ne parla già molto per una serie di motivi da non sottovalutare. Il primo è che sono figliocci di un tale Aanderson .Paak che li ha presi con sé e guidati per districarsi al meglio nel mondo musicale. Raccontano, i due, che li ha ospitati a casa per un bel po’ di giorni quando gli hanno mandato le prime trame delle musiche che poi sono finite su questo esordio Not Tight.

C’è nella loro musica un evidente studio, una conoscenza strutturale che consente loro di cambiare ritmo, di anticipare il tempo, di spezzarlo, di fare su e giù tra la storia e il futuro.

HA SUGGERITO loro di snellire il lavoro, di renderlo più essenziale, di esaltare ancora di più i suoni puri, semplici e diretti, quelli che popolano le colonne sonore dei videogame e di costruisci intorno le ritmiche jazz ed elettro che ben sanno cucire. In più ha aperto loro le porte di un universo. Li ha introdotti a una serie di personaggi più o meno noti che sono finiti nell’album. C’è Thundercat, per dirne uno, c’è la chitarra bizzarra di Kurt Rosenwinkel, ci sono Snoop Dogg e Busta Rhymes e anche Mac De Marco protagonista, invecchiato di molto, del video del singolo Smile, firmato dalla regia dello stesso Aanderson .Paak. C’è soprattutto il pianoforte di Herbie Hanconck a rendere il tutto ancora più curioso. Il disco esce infatti per Blu Note ma è prodotto in collaborazione proprio con l’etichetta di Aanderson Paak, la Apeshit. Domi Luna nasce in Francia, ha 22 anni, presto si innamora delle tastiere, dal conservatorio di Parigi vola veloce alla Berklee School of Music di Boston. JD Beck invece è di Dallas e inizia fin da giovanissimo a suonare la batteria nei locali della città.

SI INCONTRANO per caso durante un concerto, una di quelle serate dove le orchestre dei conservatori si sfidano e non si lasciano più. Qualcuno li definisce jazz e non ha torto. C’è nella loro musica un evidente studio, una conoscenza strutturale che consente loro di cambiare ritmo, di anticipare il tempo, di spezzarlo, di fare su e giù tra la storia e il futuro. Esattamente cinque anni fa avveniva il lancio del loro canale You Tube e il primo video con un frammento abstract jazz che qualcosa già diceva delle loro qualità. Nel 2019 invece l’incontro con Aanderson .Paak, che li ha presi in simpatia fin da subito e ha concesso persino loro di scrivere le musiche per un pezzo del suo disco con Bruno Mars. Un bel successo, un bel traguardo ma non si sono montati la testa. Sono perfettamente consapevoli che la loro strada è ancora tutta da salire, nonostante le fortune di questo esordio. E lo sono altrettanto del fatto che portare in tour il loro repertorio non sarà facile, considerando che gli ospiti non potranno certo partecipare alle loro tappe. A proposito, il duo è atteso al Jazz Re:Found festival a Monferrato il prossimo 4 settembre, per quella che è la loro unica data italiana fino a oggi.