Fisionomia della parte oscura del potere
L’ultimo romanzo di Massimo Triolo, Le verità dissepolte (Eretica edizioni, pp. 118, euro 16) reca nel sottotitolo il fulcro della vicenda: uno scrittore a Green Valley. Protagonista della storia è infatti Sam che viene chiamato a scrivere la biografia su Ronald Hawthorne, ricco e influente imprenditore. Sam si imbatte in una serie di eventi e misteri inquietanti, e Triolo è capace di fornire con maestria tutti gli indizi e gli elementi che concorrono alla costruzione di una trama perfettamente congegnata in una atmosfera densa e tensiva; al contempo l’autore consegna una storia che potrebbe essere considerata fotografia in presa diretta della complessità umana, degli animi e delle dinamiche di sopraffazione cui assistiamo.
Da leggere su più livelli, l’intreccio del romanzo è infatti composito e stratificato di tempi storici; così le diverse vicende, famigliari e cittadine, che vanno a formare un romanzo di interesse anche storico-sociale.
Tra minacce, sparizioni di libri e apparizioni di una misteriosa ragazza, Sam indaga sul passato di Hawthorne scoprendo quanto la sua ascesa economica sia strettamente legata a una tragedia avvenuta anni prima proprio a Green Valley, che ha coinvolto la famiglia di Tania, la nipote di una delle vittime.
Avidità, corruzione del potere e prezzo del successo sono tra i temi che Massimo Triolo affronta in relazione alla edificazione di un impero economico fondato sulle spalle di persone innocenti.
L’ostinazione di Sam gli consente di lavorare proprio su quelle verità, prima nascoste e poi appunto dissepolte. L’emersione del senso di giustizia di Sam, inorridito e disgustato dal momento che scopre il «delirio superomistico» di Hawthorne, ci appare nella veridicità tumultuosa che abita gli animi umani: per esempio nel cruccio di fare la cosa adeguata, e poi assumere coraggio, dire una parola di verità in faccia proprio a quel potere che improvvisamente squarci il velo di ipocrisia.
Emerge, ed è di grande interesse e attualità anche per decifrare l’oggi, il conflitto tra moralità e interessi personali: Triolo tratta questi argomenti in modo profondo e significativo, senza mai risultare didascalico. Non c’è però un intento moraleggiante, bensì una precisa fisionomia della parte oscura di chi agisce e pratica il potere, che spesso e nlla indifferenza causa la morte altrui riuscendo a restare privo di punizione.
Merita una riflessione la ragazza che nel romanzo viene indicata come «ragazza del fiume», presenza enigmatica eppure importante soprattutto quando appare in sogno a Sam e gli dice che «l’inizio è la fine e la fine è l’inizio», suggerendogli dunque di partire dalla fine della storia per risalire all’inizio. La ragazza inoltre dice di dover tornare da Sam per «guidarlo verso la verità» fungendo da ponte tra il presente e il passato legato agli Hawthorne e alla tragedia di Green Valley. La sua apparizione onirica spinge dunque Sam ad approfondire le sue indagini e a procedere «a ritroso» per scoprire la verità.
Triolo intesse con perizia ed efficacia letteraria le dimensioni temporali. La caratterizzazione dei personaggi, soprattutto di Sam e Tania, è particolarmente riuscita e credibile, rendendo il loro percorso di scavo e le loro scelte umane e coinvolgenti.
Prosegue nel segno della attenzione tra poesia (ha pubblicato fino a ora otto raccolte in versi) e narrativa, il lavoro di Massimo Triolo, che collabora al quadrimestrale «Teatro contemporaneo e cinema» e alla rivista culturale «Pangea». Sempre nelle edizioni Eretica è uscito nel 2021 la raccolta di racconti «Raso rosso. Racconti e visioni».
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