L’assemblea nazionale della Fiom Cgil sul Mezzogiorno ha aperto ieri la due giorni napoletana del sindacato, che prosegue oggi con «La Via Maestra», manifestazione in programma nel pomeriggio. Difesa dei diritti, opposizione al disegno di legge sull’autonomia differenziata, campagna per i 4 quesiti referendari contro la precarietà del lavoro sono i temi al centro di entrambe le iniziative. Senza dimenticare, naturalmente, i morti sul lavoro.

Tre giorni fa proprio a Napoli ha perso la vita un operaio di 63 anni nel cantiere della metropolitana in costruzione tra Poggioreale e Capodichino. Ieri Cgil, Cisl e Uil hanno indetto 8 ore di sciopero degli edili, concluse con un presidio davanti alla Prefettura. L’assemblea dei metalmeccanici – circa 300 delegati provenienti da tutta Italia – si è svolta nella sede della Fondazione Foqus, nei Quartieri Spagnoli. Suzan Fatayer, rappresentante in Campania della comunità palestinese, ha lanciato un appello alla solidarietà: «Sono qui per chiedere a voi, che siete un grande sindacato, di esercitare pressioni affinché il vostro Paese riconosca lo Stato palestinese». Applausi, cori («free Palestine, free Palestine») e abbracci alla fine del suo intervento.

Sul versante del lavoro sono pessime le notizie che hanno riportato all’assemblea i delegati delle fabbriche Stellantis. Il futuro è incertissimo anche in quello che era il cuore dell’impero, a Mirafiori, come ha raccontato Rita Ruva, che lavora a Torino: «Siamo tutti il sud di altri. Noi di Mirafiori lo siamo per la Francia. Stiamo vivendo un declino pauroso fatto di cassa integrazione, contratti di solidarietà e uscite incentivate, alias calci nel sedere. Mirafiori è in declino dal 2008. Siano passati da una forza lavoro di 24mila unità a 12mila e viviamo nel terrore che sia chiuso tutto. Non ci sono progetti. Gli operai sono spostati da una parte all’altra, gli edifici abbandonati. Perfino la palazzina centrale, il simbolo di Mirafiori, ha le parati e i marmi che vengono giù».

A Pomigliano d’Arco non stanno meglio e lo ha raccontato Mario Loffredo, un altro operaio: «Le condizioni di lavoro sono pessime. Siamo stati di fatto assorbiti dai francesi i quali stanno tagliando su tutto. Si parla ora di transizione ecologica, ma noi non siano pronti, non siano preparati e saremo tagliati fuori. Il rischio che tra qualche anno non ci sarà più nulla è molto serio. Ci è stato strappato dal cuore tutto quello che c’era come patrimonio industriale italiano».

A Mirafiori c’è stato uno sciopero il 12 maggio che ha riscosso ottima adesione e il 12 giugno è in calendario un incontro tra i lavoratori e i sindacati. Tavares, ad di Stellantis, prova a giocare d’anticipo convocando le organizzazioni sindacali il 27 maggio. Il caso Stellantis – ha sottolineato ieri Michele Di Palma, segretario generale della Fiom – è il simbolo di un declino che investe migliaia di realtà produttive: «In questo momento è in discussione la dignità delle persone. Quando muoiono mentre lavorano, quando sono ricattate perché hanno l’ennesimo contratto in scadenza, quando guadagnano un salario che non è adeguato rispetto all’inflazione perdono la dignità». La risposta a tutto ciò? «Vogliamo riprenderci la dignità. Governo e Confindustria devono sapere che siamo determinati».

Il problema principale del Sud, ha aggiunto Di Palma, «è che il Governo pensa di risolvere lo squilibrio con il nord aumentando il divario con l’autonomia differenziata e con una legge delega che vuole spezzare la contrattazione. Noi invece pensiamo che debba impiegare risorse per investire nella transizione ecologica e tecnologica garantendo un futuro occupazionale».