A dieci giorni dal suo insediamento, il governo più a destra della storia della Repubblica di Finlandia perde già il primo ministro. Il varo dell’esecutivo guidato dal conservatore Pettri Orpo era, da subito, partito tra fortissime polemiche per la scelta dell’estrema destra di Perussuomalaiset (Veri finlandesi) di imporre come ministro dell’economia Vilhelm Junnila.

L’esponente dei Veri finlandesi aveva da subito attirato le critiche feroci delle opposizioni e dei media per la sua partecipazione a un raduno nella città di Turku nel 2019 dove spiccava una forte presenza di organizzazioni neo naziste locali. All’inizio Junnila si era giustificato dicendo di non sapere che il raduno era organizzato da gruppi neonazisti “pensavo che fosse una semplice commemorazione per l’attentato del 2017”.

Dopo il giuramento del nuovo governo Orpo sono emerse a carico del suo responsabile dell’economia altri fatti che, partendo dalla sua militanza politica giovanile, elencano un lungo filo nero tra la sua ascesa politica e i legami con l’area neonazista finlandese compreso un video nel quale ringrazia il suo partito per avergli assegnato il numero 88 nelle liste elettorali. Nei gruppi neonazisti quel numero è evocativo della lettera otto dell’alfabeto (88=Heil Hitler).

Il ministro aveva provato, nei giorni scorsi, a difendersi dichiarando che stava scherzando ma nell’ultima settimana la situazione è divenuta, di giorno in giorno, più ingestibile.

Mercoledì i socialdemocratici e l’Alleanza di sinistra avevano presentato una mozione di sfiducia verso il ministro che non era passata (95 a 86) per diverse assenze all’Eduskunta (il parlamento finlandese) sia tra i banchi della maggioranza ma soprattutto delle opposizioni. Significativo però era stato il voto di tutto il gruppo parlamentare dell’Rkp (il partito della minoranza svedese) che aveva votato compattamente (compresi i suoi ministri) la mozione di sfiducia.

Mentre la leader dei veri finlandesi e nuova ministra delle finanze Riikka Purra difendeva a spada tratta il suo ministro, minacciando anche la crisi di governo, la posizione di Junnila diventava sempre più fragile ora dopo ora. Il premier Orpo, letteralmente inseguito nella giornata di giovedì dai giornalisti, si limitava a dichiarare “la questione è seria e la stiamo approfondendo”. Ieri però la situazione è precipitata: il Presidente della Repubblica (anche lui conservatore) in mattinata aveva definito “imbarazzante” questa situazione. Poche ore dopo la televisione di stato Yle fornisce la notizia che il ministro dei Veri finlandesi avrebbe mentito sulla sua carriera lavorativa e sui suoi studi.

Poco dopo le tredici l’annuncio dello stesso Junnilla: “Nonostante la fiducia del partito e del mio gruppo parlamentare, vedo la questione come segue: sulla base della continuazione del governo e della reputazione della Finlandia, vedo che è impossibile per me continuare come ministro in modo soddisfacente”. A stretto giro arriva il commento via social di Riikka Purra: “Junnila ha avuto la forza per vedere il quadro generale della Finlandia prima di ogni altra cosa”. La leader dei Veri finlandesi non si limita, però, a elogiare la scelta del suo ex collega ma avvisa direttamente Orpo: “Il governo deve essere unito se vuole continuare”, riferendosi alle nuove accuse che stanno arrivando ad un’altra ministra del suo partito, quella degli interni, Mari Rantanen accusata di aver fatto affermazioni razziste in campagna elettorale come “preservare gli occhi blu dei veri finlandesi prima che sia troppo tardi”. Orpo, per ora, si dice “soddisfatto di questa soluzione. Era la soluzione giusta ed era l’unica soluzione possibile”. Fino al prossimo scandalo.