Visioni

Filmmaker, il piacere di farsi sorprendere dal cinema e dal mondo

Filmmaker, il piacere di farsi sorprendere dal cinema e dal mondoBalkanica, Marianna Schivardi

Festival Dal 18, a Milano, il festival. Apertura con Loznitsa e i suoi archivi al presente di «The Natural History of Destruction». Protagonista della retrospettiva, Ruth Beckermann, in concorso Joao Pedro Rodrigues, Sylvain George, Narimane Mari. Omaggi a Bela Tarr e a Zilnik

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 12 novembre 2022

Ci saranno cineasti che hanno scritto pagine indelebili del cinema degli ultimi decenni contribuendo a rendere moderne le cinematografie dei loro paesi e, più ampiamente, a sabotare le convenzioni del linguaggio con le loro opere di radicale potenza sovversiva. Ci saranno autori che in questi anni stanno elaborando un personale percorso di ricerca indagando nuove forme narrative e visive scardinando i confini dei generi e delle durate. Ci saranno sconfinamenti nel teatro, nella realtà virtuale, nello sguardo di registe e registi italiani al di sotto dei 35 anni per scoprire nomi di un «cinema che verrà».

SU QUESTE linee, e su molte altre traiettorie tutte da esplorare all’interno di sezioni al tempo stesso autonome e dialoganti, si inscrive Filmmaker Festival la cui quarantaduesima edizione (presentata ieri) si terrà a Milano dal 18 al 28 novembre. Undici giorni per compiere un viaggio intorno al mondo del «documentario» tra «ecologia, ambiente, migrazioni, lavoro, conflitti, storie intime, folgorazioni, il sentimento del nostro tempo e le nuove frontiere del cinema». Folgorazioni da ri-trovare, o per nuovi spettatori curiosi da incontrare per la prima volta, sono quelle emanate da film come Marble Ass (1995) di Zelimir Zilnik e Le armonie di Werckmeister (2000) di Béla Tarr. Il primo è firmato da una figura imprescindibile del cinema jugoslavo e di quel movimento chiamato Onda nera che negli anni Sessanta e Settanta rivoluzionò la cinematografia della Jugoslavia e che, dopo il dissolvimento di quel paese, ha continuato a raccontare i cambiamenti sociali con occhi mai riconciliati, nel caso di Marble Ass la storia della trans Marlyn che durante la guerra dei Balcani «cerca di portare la pace giocando con molti ragazzi serbi». Zilnik sarà a Milano per incontrare il pubblico. Come sarà al festival, per una masterclass in programma il 24 novembre, Béla Tarr.

Sarà invece un altro autore ben riconoscibile per la sua visione della Storia, Sergei Loznitsa, a inaugurare il festival diretto da Luca Mosso. Del regista ucraino verrà presentato, in anteprima italiana, The Natural History of Destruction, che fa parte del concorso internazionale che, «azzardando accostamenti impensabili», ospiterà, fra gli altri, Paradiso XXXI, 108, cortometraggio del palestinese Kamal Aljafari, da anni impegnato a lavorare sulla memoria mediorientale con estrema sperimentazione, rielaborando materiali pubblici e privati; Balkanica di Marianna Schivardi, ritorno dopo trent’anni della regista nei Balcani che aveva filmato quando scoppiò la guerra nei primi anni Novanta ritrovando persone incontrate allora; la «fantasia musicale queer» di João Pedro Rodrigues Fogo fatuo; la messa in campo di un’intimità amorosa effettuata dalla talentuosa cineasta algerina Narimane Mari in On a eu la journée, bonsoir, dedicato al compagno scomparso, il pittore Michel Hass.

AGLI e alle under 35 è riservato il concorso Prospettive dove si possono individuare due temi portanti, quello degli interni domestici come mondo e quello della città. Si chiama Acasa il film di Rebecca Grigore basato sia sugli archivi dei genitori della regista emigrati in Italia sia su immagini odierne.
Le stanze abitate, gli oggetti, i segni del vissuto sono al centro di Attraversando «Strada a senso unico» – Viaggio intorno alla casa della mia vita di Aura Ghezzi. Con gli spazi urbani si confrontano Elettra Gallone in Incontrando Samir la sera, protagonista il senzatetto del titolo che vive a Milano, e Matteo Di Fiore in Lettere da Borgonuovo, la storia del quartiere di Palermo in cui il regista è cresciuto.

La retrospettiva col titolo Ruth Beckermann, l’immagine della parola, è dedicata appunto alla regista austriaca, di cui verranno mostrati (per la prima volta in Italia) tutti i film: diciassette titoli tra corti e lungometraggi realizzati dagli anni Settanta a oggi (il suo film più recente, Mutzenbacher, sarà v presentato in anteprima italiana).
A Filmmaker Fuori orario su Rai 3 consacrerà la notte di venerdì 25 novembre (dalle 01.35 alle 06.00) con un programma in cui si ritrovano molti degli ospiti del festival, da Eric Baudelaire a Parenti e D’Anolfi a Jacopo Quadri.

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