Il parlamento europeo condanna l’Italia perché ostacola il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali e invita il governo a tornare su suoi passi dopo lo stop alle registrazioni imposto al comune di Milano. La condanna che isola ulteriormente il nostro paese e il governo Meloni in Europa, è stata approvata con il sostegno di una buona parte del gruppo popolare europeo. Si tratta del gruppo dei moderati al quale aderisce Forza Italia, a riprova dell’eccezione omofoba che l’Italia rappresenta nel continente.

La plenaria dell’europarlamento a Bruxelles ha approvato ieri per alzata di mano una risoluzione sul Rapporto 2022 della Commissione Ue sullo stato di diritto. Alla risoluzione sono stati proposti degli emendamenti, uno di quelli approvati – firmato da un rappresentante tedesco e da una rappresentante olandese del gruppo liberale Renew Europe – contiene la condanna e l’invito al ritiro. In termini espliciti: il parlamento europeo «condanna le istruzioni impartite dal governo italiano al comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali; ritiene che questa decisione porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e sopratutto dei loro figli; ritiene che tale azione costituisca una violazione netta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989; esprime preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+ in Italia; invita il governo italiano a revocare immediatamente la sua decisione».

La votazione per alzata di mano, dal risultato così netto da non aver reso necessaria la ripetizione elettronica, non permette una ricostruzione precisa, ma l’emendamento è passato perché ai voti di Renew Europe, della sinistra del Gue, dei Verdi e dei Socialisti e democratici, si sono uniti molti del gruppo popolare. In particolare i rappresentanti dei paesi del Nord Europa, diversi tedeschi della Cdu, i popolari portoghesi. Forza Italia ha fatto sapere di aver compattamente votato contro.

Se il voto risente probabilmente delle spaccature all’interno del gruppo centrista tra chi guarda più favorevolmente alla storica alleanza con i socialisti e chi in Europa da tempo preferisce invece guardare a destra, è soprattutto in Italia che si fanno sentire le conseguenze. La maggioranza di governo si posiziona immediatamente in trincea. Per il ministro degli esteri Tajani, che è stato presidente dell’europarlamento, «questo voto su un emendamento non cambia la legge italiana». Per l’europarlamentare leghista Alessandra Basso, le istituzioni europee sono «strumentalizzate per attaccare il governo» mentre «a Bruxelles c’è chi lavora per la maternità surrogata». Identica convinzione esprime l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Vincenzo Sofo, più noto come marito della nipote di Marine Le Pen, che ha provato invano a mettere in votazione un emendamento contro la gestazione per altri «un vero e proprio abominio».

«L’Italia sta violando i diritti dei minori riconosciuti a livello internazionale», dice invece il presidente di Gaynet Rosario Coco. E così l’Arcigay: «Lo ripetiamo da mesi, mentre il governo italiano butta la palla in tribuna, spostando la discussione sulla procreazione assistita, si discriminano ogni giorno minori e famiglie privandole dei loro diritti fondamentali». «Il governo italiano è isolato in tutto l’orbe terraqueo», commenta il segretario di +Europa Riccardo Magi, facendo il verso a Giorgia Meloni. E per il capogruppo dei senatori del Pd Boccia «la condanna europea è la conferma che serve una legge per colmare un vuoto legislativo che punisce tante bambine e tanti bambini».

Intanto domenica prossima a Bologna, nel pomeriggio, ci sarà una manifestazione di famiglie arcobaleno. Mentre il sindaco di Torino Lo Russo ha scritto ai colleghi di tutta Italia per invitarli il 12 maggio al teatro Reggio « «un’iniziativa sul tema dei diritti delle persone Lgbtq+ e delle loro famiglie».