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Fico attacca: «La lotta alla mafia? Quella si deve fare tutti i giorni»

Fico attacca: «La lotta alla mafia? Quella si deve fare tutti i giorni»

Il presidente della Camera a Napoli Mentre la banda dei carabinieri intona le note de Il silenzio, la folla canta Bella ciao e, al termine della cerimonia davanti il monumento a Salvo D’Acquisto, il presidente della […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 26 aprile 2019

Mentre la banda dei carabinieri intona le note de Il silenzio, la folla canta Bella ciao e, al termine della cerimonia davanti il monumento a Salvo D’Acquisto, il presidente della Camera Roberto Fico sventola la bandiera dell’Anpi: così si è festeggiato a Napoli il 25 aprile. La giornata era iniziata al Mausoleo ai caduti ed è proseguita in piazza Carità, presenti il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e Fico. Gran finale al Maschio angioino con partigiani e artisti. Assente il governatore Vincenzo De Luca, in rappresentanza della regione c’era l’assessore Franco Roberti. «Con i partigiani napoletani ci siamo detti che questa città si è liberata da sola – ha raccontato Fico -. Le Quattro giornate del settembre 1943 sono state un grandissimo esempio. Sono orgoglioso della mia città e della Liberazione e ringrazio loro che mi hanno dato la possibilità di essere presidente della Camera». La presenza a Napoli non va ricondotta alle prossime amministrative ma, di sicuro, sottolinea l’anima di sinistra e antifascista di quel pezzo di 5S che soffre l’alleanza con la Lega e si riconosce in Fico che, non a caso, è stato il 12 aprile a Sant’Anna di Stazzema (teatro dell’eccidio dell’agosto 1944) e presto sarà a Marzabotto (segnato il mese dopo da un’altra strage nazifascista).

«Il 25 aprile lo devono festeggiare tutti, ognuno come vuole – ha proseguito Fico -. Sono valori costituzionali che non vanno mai messi in dubbio. Noi come istituzione ci fondiamo sull’antifascismo e questo non è in discussione. Quello che possiamo essere oggi deriva dalla lotta contro il fascismo, il regime, le dittature, le leggi razziali, contro tutto quello schifo che è stato il periodo fascista e l’Italia è rinata quando è nata la repubblica con una Costituzione straordinaria e senza distinzione alcuna tra le persone». Una distanza siderale dal vicepremier Matteo Salvini e dal suo alleato di scorta, Fratelli d’Italia. Al leader leghista, che ha deciso di andare a Corleone, Fico ha replicato: «La lotta alla mafia si fa ogni giorno, il 25 aprile si festeggia il 25 aprile. Non c’è alcuna sfida tra la lotta alla mafia e la Liberazione, la lotta alla mafia è un cancro dal quale ci dobbiamo liberare e dobbiamo essere tutti uniti per farlo». E sul sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione: «I partiti devono assolutamente dare risposte dure, soprattutto se c’è in qualche modo odore di mafia».

La polemica tra gli alleati di governo, ormai separati in casa, ha offerto l’occasione a de Magistris per sottolineare: «La presenza del presidente della Camera è importante ma ci attendiamo che nelle prossime settimane si ponga fine a un esecutivo che non mette al centro i valori costituzionali, viste le posizioni di alcuni suoi esponenti». E ancora: «Se il M5s vuole rappresentare ancora quel vento di cambiamento deve staccare la firma da quel contratto e gettarlo nella raccolta differenziata perché altrimenti si continua a dare linfa a quelle forze che rinnegano il 25 aprile, tradendo anche il giuramento che si presta quando si diventa ministro. Il governo sta contribuendo a riesumare le forze neofasciste».

Nel pomeriggio le piazze della città sono state occupate dall’attivismo di sinistra. Nel quartiere Vasto, dove la destra di Salvini e Meloni sta insediando i comitati elettorali soffiando sulla xenofobia, Potere al popolo e il Movimento migranti e rifugiati hanno tenuto un’assemblea pubblica: «Questo pezzo di città vive ai margini dei servizi e sotto il controllo della camorra da decenni – spiegano -. Vecchi e nuovi abitanti vivono di fatto sotto un regime di coprifuoco. Perché non di ripeta la “guerra tra poveri”, come a Roma a Torre Maura, bisogna lavorare insieme a un progetto dal basso». Ieri hanno cominciato con la cura delle piazze e degli spazi verdi e un dibattito per disinnescare le passeggiate di Salvini nella zona. Napoli senza confini si è riunita a piazza Cavour per arrivare poi in corteo a Materdei, lungo il tragitto sono stati affissi cartelli commemorativi di differenti resistenze: quelle del popolo palestinese e curdo ma anche la resistenza al razzismo e alla violenza di genere. La serata è terminata al parco Ventaglieri con musica dal Senegal e dal Gambia.

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