Quest’estate il 58° Festival Teatrale di Verezzi (5 luglio-14 agosto) esordirà con il Moby Dick di Melville con Alessandro Preziosi all’insegna del mare e delle sue illusioni, per continuare con i travestimenti divini dell’Anfitrione di Plauto con Emilio Solfrizzi, le macchinazioni politiche di Jago interpretato da Giuseppe Cederna nell’Otello di Shakespeare di ispirazione pasoliniana proposto da Arca Azzurra, a quelle erotiche delle Relazioni pericolose di Choderlos de Laclos con Viola Graziosi, Giorgio Lupano e Silvia Siravo, fino alle metamorfosi magiche del Sogno di una notte di mezza estate diretto e interpretato – tra gli altri – da Carlo Orlando e Eva Cambiale. Un teatro classico-moderno che può parlare a tutti. Autori antichi, che possono essere ripensati da autori e attori moderni, perché «la tradizione va salvaguardata, celebrata, saccheggiata», osserva il nuovo direttore artistico Maximilian Nisi.

ROMAGNOLO di Faenza e torinese d’adozione, Nisi è attore e regista di formazione strehleriana. Nel 1993 debutta nel Faust di Goethe al Piccolo Teatro di Milano e, due anni dopo, si trasferisce a Roma per seguire il corso di perfezionamento per attori di Luca Ronconi. Rispetto alle 22 edizioni precedenti, a cura del competente e appassionato Stefano Delfino, quest’anno il festival accoglierà anche due spettacoli di prosa in musica – uno dedicato a Fabrizio De André e l’altro a Dalida – perché, spiega Nisi, «la musica è un linguaggio universale, ha un forte potere aggregante e arriva dove molto spesso la parola non riesce ad arrivare». Ad agosto prenderà il sopravvento il teatro di intrattenimento.

NEL SUO PROGRAMMA triennale, che culminerà nel 2026 con la sessantesima edizione del festival, Nisi intende promuovere progetti come nel teatro popolare di Copeau, coniugando il pensiero alto del teatro con il lavoro artigianale condiviso. Non tutti gli spettacoli saranno portati nella piazza di Sant’Agostino di Verezzi, a picco sul mare. Uno dei desideri di Nisi è che alcuni testi di una certa drammaturgia, anche contemporanea, quelli che hanno bisogno di un palcoscenico protetto, possano essere ospitati al Teatro Gassman di Borgio, nella parte bassa della cittadina ligure, dove a maggio e giugno sarebbe bello organizzare una la sezione off del festival. Di pari passo, sarebbe auspicabile ospitare gemellaggi con altri festival per condividere mezzi, presenze e competenze. E creare, attraverso seminari, occasioni di incontro tra registi e maestri del teatro contemporaneo e attori nazionali e internazionali.