Visioni

Festival del Mediterraneo, musica come cultura di pace

Festival del Mediterraneo, musica come cultura di paceDorothe Munyaneza – foto Christel Arras

Eventi Dal 1 settembre scatta la trentaduesima edizione della manifestazione genovese. Cinquanta giorni di concerti e riflessioni

Pubblicato circa un anno faEdizione del 1 settembre 2023

Trentaduesimo anno consecutivo: un traguardo che in genere ben poche rassegne possono raggiungere, specialmente se quanto si va a proporre non rientra esattamente nei cliché mainstream della cultura dell’ “evento”, il contrario della divulgazione costante per tutti di realtà belle e significative. Il Festival del Mediterraneo di Genova diretto da Davide Ferrari, musicista, musicoterapeuta, ricercatore, da oltre tre decenni indirizza le proprie energie a creare connessioni, mediazioni culturali, dialoghi possibili che tutto possano accorpare, tranne una categoria nefasta: quella dell’esotismo posticcio che troppo spesso si accompagna ai concerti delle culture “altre”. Quest’anno il titolo tematico del Festival sostenuto da Comune, Regione Fondazione San Paolo è Make Music, Not War, nelle parole di Ferrari un invito a “usare la musica e il suono come esperienza concreta di pace”, da costruire mettendosi in relazione gli uni con gli altri.

SARANNO cinquanta giorni di concerti e riflessioni, articolate spesso su produzioni originali e inedite. Si comincia il 1°settembre nel Chiostro del Museo diocesano di Genova con Elogio della Caduta, spettacolo che riunisce l’azione coreutica di Deos Danse Ensemble Opera, le campane di Friederich Gulda, le letture del filosofo Nicola Bucci, la voce di Miriam Gotti, si chiude il 21 ottobre con Sconfinando al Teatro dell’Arca nel carcere di Marassi: è il ritorno della splendida voce di Antonella Ruggiero con la multietnica Orchestra di Piazza Caricamento.

In cartellone il 2 nell’area archeologica dei Giardini Luzzati dal Ruanda la voce di Dorothee Munyaneza, il 3 alle 16 a Forte Begato La Formula e Afrolatin Connection,

TRA QUESTE due date, un florilegio di musica in un ventaglio di spazi diversi. Ne segnaliamo alcune: Il 2 nell’area archeologica dei Giardini Luzzati dal Ruanda la voce di Dorotohee Munyaneza, il 3 alle 16 a Forte Begato La Formula e Afrolatin Connection, incontro tra Sudamerica e Africa, e alle 21 alla piscina Goa Beach Akutuk, le strepitose percussioni acquatiche delle donne camerunensi. Il 6, ai Luzzati Crossing Borders, elettronica e e percussioni tradizioni giapponesi a confronto. Il tema della guerra torna prepotente con Ensemble Chakam, trio femminile da Iran Palestina e Francia, al Chiostro del Museo diocesano il 7. Roberto Rossini, veterano italiano della performance, l’8 settembre presenta  l’azione estetico-rituale Ki, ispirata alla medicina tradizionale cinese,  al Museo d’arte orientale Davide Chiossone. Ed ancora, sabato 16 dicembre al Tiqu, Teatro internazionale di Quartiere El Khat, incontro tra musiche dello Yemen e della diaspora ebraico  – yemenita. Su echoart.org tutto il programma.

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