Visioni

Festa del Cinema di Roma, un «arazzo» per la città

Elio Germano in «Berlinguer. La grande ambizione» di Andrea SegreElio Germano in «Berlinguer. La grande ambizione» di Andrea Segre

Cinema Il programma della 19a edizione, che si svolgerà dal 16 al 27 ottobre. Premi alla carriera a Viggo Mortensen e Johnny Depp, omaggio a Marcello Mastroianni

Pubblicato 6 giorni faEdizione del 21 settembre 2024

C’è ancora…ieri. La Festa del Cinema di Roma, giunta alla sua diciannovesima edizione, non poteva dimenticare l’opera prima di Paola Cortellesi, il successo inaspettato che ha cambiato la percezione di un’annata non proprio esaltante per il cinema italiano. Esordio che, peraltro, ha restituito al festival della capitale una visibilità come raramente era accaduto in precedenza. E quindi, C’è ancora domani, a solo un anno dall’anteprima, è riproposto tra gli Omaggi ed Eventi speciali.

ANCHE Marcello Mastroianni, nel centenario dalla nascita, è tra i protagonisti. Lo ritroviamo nel manifesto e poi sullo schermo, attraverso un paio di documentari e un ristretto numero di titoli. Guardando a un passato meno remoto, Viggo Mortensen e Johnny Depp riceveranno i due premi alla carriera.

Un vero domani, però, dovrà pur esserci. Paola Malanga, al suo terzo anno da direttrice artistica della manifestazione (affiancata nella conferenza stampa da Salvatore Nastasi, neo Presidente della Fondazione Cinema per Roma), ha esibito un corposo programma diviso in varie sezioni che cerca di raccogliere tra anteprime mondiali, internazionali e italiane, le diverse declinazioni del cinema. Una festa senza buttafuori, con un catalogo che può in effetti disorientare per la moltiplicazione dei film a fronte di un budget (otto milioni e mezzo) definito da Nastasi, «modesto».

IN QUESTO «arazzo» (parola chiave espressa da Malanga), sono compresi i diciotto lungometraggi in concorso con un quartetto italiano composto da Sara Petraglia (L’albero), Elisabetta Sgarbi (L’isola degli idealisti), Luca Barbareschi (Paradiso in vendita) e Andrea Segre che con Berlinguer. La grande ambizione apre il festival (la pre-apertura è affidata all’imperdibile Megalopolis di Francis Ford Coppola). E poi Freestyle con i Masbedo (Arsa), Elisa Fuksas (Marko Polo), Gianfranco Firriolo (Natale fuori orario) e gli esordienti Edgardo Pistone (Ciao bambino) e Giuseppe Miale Di Mauro (Nottefonda).

Scorrendo i nomi di registe e registi si conferma la dichiarata tendenza all’eterogeneità. Malanga, come del resto avevano già fatto i suoi predecessori, ha sottolineato il carattere «urbano» di una festa/festival che dilata l’offerta cinematografica per intercettare più spettatori possibili. In tal senso, le sezioni Grand Public (denominazione che suscita qualche perplessità) e Best of 2024 dovrebbero assolvere il compito.

Dunque, dal 16 al 27 ottobre, nelle sale dell’Auditorium e in altre location della città, affidandosi all’istinto, al passaparola e alle più razionali schede del sito web, si procederà un po’ casualmente tra sorprese e delusioni.

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