Fervore pubblico e privato di Piero Gobetti
Felice Casorati, «Ospedale», 1927, Roma, «Galleria Nazionale d’Arte Moderna»
Alias Domenica

Fervore pubblico e privato di Piero Gobetti

Una vita breve, nelle lettere Il «Carteggio 1923» e quello con la moglie Ada, per Einaudi, illustrano aspetti diversi ma non separati dell’intellettuale antifascista
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 7 maggio 2017
«Molti di noi hanno agli albori della loro vita, la possibilità di percorrere molte carriere ma nessuno si era mai sognato di vedersi mettere a portata di mano la carriera del martire politico!». Così Giovanni Amendola scriveva a Piero Gobetti, il 10 marzo 1923. Gobetti (1901-1926) era stato arrestato il mese precedente, per ordine di Mussolini; ad attirare l’attenzione del regime era stata l’attività de «La Rivoluzione liberale», la rivista fondata da Gobetti l’anno prima. Ma Piero, anche se giovanissimo, è già un intellettuale conosciuto e rispettato, anche nelle file dello stesso fascismo. La madre di Piero, Angela Gobetti, scrive...
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