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Fermiano le aziende non necessarie con una petizione

L'intervento Rifondazione Comunista chiede da tempo che il governo decreti il fermo di tutte le fabbriche e aziende che non siano essenziali in tutto il territorio nazionale

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 22 marzo 2020

In provincia di Bergamo e di Brescia è in corso una strage. I contagiati sono moltissimi, i morti più di quel che si dice. Tantissimi non vengono conteggiati come colpiti dal coronavirus. Lo stesso sindaco Gori dice che bisogna moltiplicare per 5, ma qualcuno per 10.

Sono vittime non solo del virus ma anche dell’irresponsabilità delle nostre istituzioni subalterne al padronato. Parliamo delle aree più industrializzate del paese ma ai commentatori non viene in mente che la diffusione del contagio è enorme perché in troppi non possono restare a casa. Possibile che neanche di fronte a queste cifre si intervenga per imporre la chiusura? Nemmeno in quelle zone. Le fabbriche rimangono aperte nonostante le immagini delle bare trasportate altrove dai mezzi militari perché i cimiteri non bastano.

La giunta leghista si lamenta dei lombardi irresponsabili che si muovono come se tra loro non ci fossero lavoratrici e lavoratori. Il fatto che milioni di persone vadano a lavorare (e lo debbano fare spesso salendo su mezzi pubblici affollati) mentre in tv si strepita 24 ore al giorno contro le passeggiate e lo jogging dà l’idea di quanto forte sia la rimozione della contraddizione capitale-lavoro, anzi della classe lavoratrice in quanto tale. La contraddizione tra aziende non essenziali aperte e il continuo appello a non uscire di casa è evidente.

Questa realtà si fa finta che non esista. Forse la si ritiene una necessità dolorosa ma questo riporta alla mente la “banalità del male” di altri tempi. La salute di lavoratrici e lavoratori conta meno di quella degli altri cittadini o forse le ragioni del profitto e del fatturato vengono prima del sacrosanto diritto alla salute sancito dalla Costituzione?

Nessuno nega la necessità di garantire i servizi essenziali e gli approvvigionamenti. Ma il resto? La sottovalutazione è stata tale che quando si è palesata l’epidemia governo e regioni non hanno predisposto immediatamente un piano di controlli a tappeto con Asl e medici del lavoro. Sarebbe stato assai più utile dell’esercito nelle strade dato che non si può sparare al virus. Con grave ritardo ci si è limitati a un “protocollo” inadeguato, soprattutto nei settori del mondo del lavoro precarizzato e di scarsa sindacalizzazione. E ci si è arrivati dopo che i lavoratori hanno cominciato a difendersi da soli scioperando contro situazioni di mancato rispetto delle norme di protezione dagli agenti biologici virali. Rifiutando di diventare involontari portatori del contagio i lavoratori difendono l’interesse di tutti.

Ma non si può scioperare a oltranza e in gran parte del mondo del lavoro è troppo rischioso farlo e prevale il silenzio grazie alle “riforme” del lavoro. Si colpevolizzano i cittadini ma nessuna indignazione è stata rivolta verso le imprese non si sono fermate nemmeno quando non erano in grado di fornire guanti e mascherine.

Noi di Rifondazione Comunista da tempo chiediamo che il governo decreti il fermo di tutte le fabbriche e aziende che non siano essenziali in tutto il territorio nazionale. In queste ore abbiamo lanciato una petizione on line che speriamo raccolga larghe adesioni. Ora che lo hanno detto anche gli esperti cinesi ci sia dia una mossa.

*Segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Per firmare la petizione

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