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Femministe, adesso difendete la stepchild adoption

Femministe, adesso difendete la stepchild adoption

Unioni civili Colpisce la polemica. La norma, minimale, (non si tratta di adozione) è a tutela del bambino

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 8 gennaio 2016

Conviene ripercorrere le prodezze della sinistra italiana per comprendere perché siamo di nuovo immersi in una polemica sanguinosa sulle timide e insufficienti (quasi offensive) unioni civili. Nel 1996, in occasione delle elezioni politiche, il segretario del Pds ci tenne a specificare che il tema non era all’ordine del giorno: si trattava di Massimo D’Alema. Nel 2001 il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali scomparve dal programma del candidato Francesco Rutelli: «non bisogna perdere voti» si diceva e, solo con la vittoria di misura di Prodi del 2006, riemerse nel faldone del programma dell’Ulivo una frase involuta, quasi incomprensibile. Seguirono le promesse dei Pacs, Dico, Cus. Ma l’ignavia dei Ds da una parte e l’opposizione della Margherita dall’altra (Rutelli condusse per conto di Ruini una algida battaglia di distruzione di qualsiasi concreta ipotesi) portarono al nulla di fatto. Nessun partito, dai Radicali a Rifondazione comunista, al tavolo del governo puntò i piedi, anzi si riuscirono a imbastire capolavori come il decreto di fine anno al Senato dove si vollero introdurre riferimenti sbagliati del Trattato di Lisbona sull’omofobia. Anche quelle minime norme naufragarono. Pierluigi Bersani, scrisse per la prima volta nel suo programma elettorale del 2013 la Chiara dicitura delle unioni civili, provocando le ire di Rosy Bindi, purtroppo la «non vittoria» non consentì nessuna successiva verifica.

Questo bignami (ci vorrebbe un bel libro per raccontare la vera storia della sinistra omofobia italiana) sul ruolo dei progressisti nostrani, spiega perché siamo di nuovo al punto di partenza: da una parte la Chiesa cattolica (purtroppo non si può dire soltanto la gerarchia) schiererà, con un ennesimo family day, le sue armate oranti per riempire le piazze italiane dell’odio di cui è capace quando si tratta di osteggiare le libertà e la responsabilità personali, dall’altra i partiti sono attraversati da molteplici tremori reverenziali; tra i due schieramenti milioni di persone che pazientemente da decenni attendono tutele. La domanda essenziale è una sola: saprà Matteo Renzi fare ciò che la sinistra del Pd ha promesso per decenni e mai mantenuto? Avrà il presidente del Consiglio la forza interna ed esterna di imporre una normativa che l’Europa ci ha intimato di approvare, che persino governi della destra in Europa hanno già superato introducendo il matrimonio egualitario?

La prova dei fatti è vicina: il 26 gennaio inizia la discussione in Aula del provvedimento al Senato che è il vero scoglio parlamentare, perché alla Camera i numeri sono abbondanti ed è stato deciso che non si toccherà nulla del testo licenziato da Palazzo Madama. Colpisce che divampi la polemica sulla stepchild adoption, norma minimale (non si tratta di adozione) a tutela del bambino e non dei genitori. Significa che per opporsi all’intero impianto legislativo (che finalmente tra l’altro sana la questione delle libere convivenze) si è scelto di colpire i soggetti più deboli: i bambini. A questo punto non è inutile chiedere in primo luogo alle donne che hanno firmato l’appello contro la maternità surrogata (che condivido e ho sottoscritto) di battere un colpo e schierarsi con decisione a sostegno della stepchild adoption, così come sarebbe gradito che tanti e tante intellettuali, artisti, vip, sempre disponibili a organizzare concerti, appelli, campagne avessero il buon gusto di non esser sollecitati a fare qualcosa. Perché se la politica dei partiti ha brillato per opacità e ipocrisia, la politica della società civile non ha mai trovato il tempo per un girotondo, un digiuno, un pippone via web.

Questa è l’Italia che le unioni civili, se approvate, cambieranno profondamente e, da non renziano simpatetico, voglio dire che sarà merito soprattutto del più odiato (da parte dei boiardi del bel tempo che fu) segretario del partito. Una vera rottamazione degli arruffa popoli che di diritti civili non si sono mai seriamente occupati.

*Componente della Commissione Nazionale di Garanzia del Pd

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