Cultura

«Feminism», una fiera che ha scelto di esserci

«Feminism», una fiera che ha scelto di esserci

A Roma Sospesa in marzo, il calendario si spalma fino a ottobre

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 9 settembre 2020

Il tempo della pandemia non è stato il tempo dei festival né degli incontri in presenza. Dopo il dirottamento necessario su web, in particolare sui social, le iniziative che sono state attivate non hanno voluto sostituire ciò che si andava cancellando ma mostrare come la modificazione della realtà potesse corrispondere anche con il desiderio di continuare a esserci.

UNA VICINANZA su cui ha riflettuto a lungo anche Maria Palazzesi che – insieme ad Anna Maria Crispino (Leggendaria), Stefania Vulterini (collana Sessismo Razzismo di Ediesse) e Giovanna Olivieri (Archivia) – organizza «Feminism», la fiera della editoria delle donne che si sarebbe dovuta svolgere a Roma dal 5 all’8 marzo alla Casa internazionale delle donne.
L’appuntamento, quest’anno alla sua terza edizione, risponde alla esperienza di relazione che il femminismo ha insegnato e oggi, con l’irrompere della pandemia, «ci era chiara la necessità di prendere atto che qualcosa si fosse modificato e su quella modificazione dovevamo misurarci». Maria Palazzesi prosegue raccontando che, a differenza di altre realtà, «Feminism» non si è voluta arrendere rinunciando alla edizione ma ha cambiato rotta: «Abbiamo continuato a lavorare, anche durante il periodo di contenimento, domandandoci cosa avremmo potuto fare del nostro progetto davanti a una relazionalità cambiata che presume uno stare insieme in termini diversi, del resto lo constatiamo in molti ambiti. Abbiamo proposto così agli editori in fiera, 84 in questa terza edizione, la nuova intenzione di immaginare un festival diffuso, con un calendario a serpente, che da luglio fino alla fine di ottobre potesse adoperare la doppia formula della presenza e della rete mediatica.

LA RISPOSTA è stata consistente. Il “sì” ricevuto da molti è un buon risultato: Viella, Elliot, Vanda, Nova Delphi, All Around, Iacobelli, Bordeaux, Nottetempo, Ensemble, Il dito e la luna, Biblink, Villaggio Maori e tanti altri. Tra loro anche case editrici nuovissime come Le Assassine, che pubblica solo gialli scritti da donne. Tra gli eventi in presenza abbiamo anche voluto organizzare, con la collaborazione di Giulia Caminito, un focus dedicato all’editoria indipendente nel post pandemia, che è stato seguito da un numero importante di addetti ai lavori e di pubblico. Né abbiamo rinunciato a presentare il libro della nostra madrina 2020, Maria Rosa Cutrufelli, L’isola delle madri, pubblicato da Mondadori».
Nasce così «Corpo a corpo», una serie di presentazioni con autrici e case editrici, resa possibile grazie anche alla collaborazione della libraia Anna Di Giovanni (associazione In itinere), che – seguendo le regole sanitarie obbligatorie – si collochi in risposta alla sparizione dagli spazi pubblici per riabitarli in forma differente: la Casa internazionale delle donne, che firma anch’essa la manifestazione, ne può allora essere esempio operativo. «Vogliamo lavorare su qualcosa che possa essere sviluppato in futuro e che tenga conto della tangibilità. Staremo in via della Lungara, negli interni o, come è accaduto nel mese di luglio, negli spazi esterni del giardino.

Anche l’utilizzo della tecnologia a cui ci siamo allenate nostro malgrado in questi mesi può essere un innesto importante, non un sostitutivo, non potrebbe mai diventarlo, ma qualcosa che possiamo tenerci per moltiplicare la diffusione. Del resto, da una maggiore conoscenza dei mezzi a disposizione c’è una maggiore capacità di governo. Dovremmo approfittarne e non spaventarci. Pensare in presenza è un fatto irrinunciabile che può consentire ulteriori declinazioni».

PER QUESTA RAGIONE una seconda e conclusiva parte del Festival, che avrà luogo il 7 novembre prossimo, sarà pensata proprio in direzione dello streaming e si chiamerà «Feminism in rete», concentrandosi su tre focus proposti dall’organizzazione della fiera: emergenza climatica (a cura di Maria Palazzesi e Elena Gagliasso), donne irriverenti (curato da Anna Maria Crispino) e afrofuturismo (curato da Stefania Vulterini assieme alla associazione Le sconfinate). «Lo sforzo che dobbiamo fare è appropriarci di questa situazione, è difficile e siamo consapevoli che le risposte a quanto stiamo vivendo dovranno essere ancora lavorate. Il passaggio è in fieri ma possiamo contaminare ciò che arriverà, lo stiamo già facendo e proseguiremo».

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SCHEDA: Tra gli incontri di settembre

Domani alle 18.30 un incontro con Silvana Pisa che presenterà «Il gioco dei vestiti. Passione, politica e altre storie del ‘68». Venerdì, ore 18.30, sarà la volta di Anna Segre con «100 Punti di lesbicità (secondo me) e 100 Punti di ebraicità (secondo me)». Il 16 alle 18.30 «Abbecedario della Differenza. Omaggio a Alice Ceresa», a cura di Laura Fortini e Alessandra Pigliaru. Il 17 l’ultimo numero di «Leggendaria» e del volume collettaneo «Femminismi Futuri». Per leggere il programma completo si consulti il sito: www.feminismfieraeditoriadelledonne.it/

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