Federcalcio, rieletto Gravina. Il vecchio che avanza
Vince la continuità Dalla fallimentare gestione Covid-19 per i protocolli ai silenzi sul caso Suarez
Vince la continuità Dalla fallimentare gestione Covid-19 per i protocolli ai silenzi sul caso Suarez
Tutto come previsto. Il numero uno della Federcalcio fino al 2024 sarà ancora Gabriele Gravina, che ha superato senza alcuna difficoltà (quasi il 74% delle preferenze) l’avversario di turno, Cosimo Sibilia, confermandosi sulla poltrona più ambita, ma anche più esposta del calcio italiano.
Dunque, vince la continuità, nonostante la serie di passi falsi della Figc sotto la guida di Gravina anche durante la pandemia, tra protocolli inadatti per gli atleti, vicende giudiziarie (il caso dell’esame farsa per la cittadinanza italiana a Luis Suarez con la Juventus coinvolta) trattate in punta di dita e un conto salatissimo per le casse del calcio italiano. «Grazie per la vostra dedizione, pazienza e fiducia, vi ho proposto una strategia che sarà difficile e non senza tensioni. Noi tiriamo fuori il meglio nei momenti duri. Sentiamo la responsabilità di migliaia di giovani a cui dobbiamo dare un calcio più bello, solido e sostenibile», le parole di Gravina dopo l’elezione, centrata nonostante i rapporti piuttosto tesi con il Coni.
La Partita del Futuro, il titolo della sua piattaforma programmatica, sottoscritta da Lega di Serie A (tranne Benevento e Lazio), B, Lega Pro, Associazione calciatori e allenatori (gli arbitri sono rimasti neutrali, la Lega nazionale dilettanti ha votato per Sibilia), mentre non sfugge l’elezione di Claudio Lotito, presidente della Lazio, tra i consiglieri federali (assieme a Beppe Marotta), nemico di Gravina ma asso di briscola, secondo molti presidenti di A, per la gestione dell’ingresso dei fondi di private equity nella newco che comprende le società del massimo campionato, per la cessione dei diritti televisivi all’estero.
E se, come detto da Gravina, «è il momento di allacciare gli scarpini e iniziare a giocare», va fatto in fretta, perché il calcio italiano è ingolfato da troppe squadre e il sistema sta per scoppiare. La riforma dei campionati, spesso bloccata da interessi economici, personali, è la sola strada per recuperare ossigeno: la Serie A ha perduto circa 700 milioni di euro nel 2020 a causa della pandemia, che ha obbligato a casa i tifosi con i club quasi tutti in bolletta, alcuni vicini al default. E quindi, è l’ipotesi di lavoro di Gravina, c’è una revisione della Serie B, divisa in due gironi. E anche se il problema più urgente sono gli Europei itineranti, al via tra poco più di tre mesi, che dipenderanno ovviamente dall’evoluzione della campagna vaccinale in Europa, sullo sfondo c’è il ritorno dei tifosi allo stadio (ipotesi del 25-30% della capienza massima) e soprattutto il vero nodo della mancata crescita del calcio italiano nell’ultimo decennio, il ritardo sul rinnovo del parco stadi delle società di A.
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