Fca e le mille assunzioni Poco Cassino, niente Pomigliano
Annunci Bis A 11 giorni dallo spot elettorale con Renzi, il numero si ripete. Tocca ad Altavilla, numero 2 papabile per la successione, spiegare ai sindacati del Sì i nuovi progetti: 2/3 dei posti a Melfi, il resto per i motori
Annunci Bis A 11 giorni dallo spot elettorale con Renzi, il numero si ripete. Tocca ad Altavilla, numero 2 papabile per la successione, spiegare ai sindacati del Sì i nuovi progetti: 2/3 dei posti a Melfi, il resto per i motori
Governo e Fca hanno oramai la stessa strategia. Quella dell’annuncio è diventata prassi comune anche per Marchionne e soci. Se il 28 maggio, portando a braccetto Matteo Renzi nella visita elettorale a Melfi, Marchionne aveva annunciato «mille nuovi posti di lavoro entro l’anno», ecco che 11 giorni dopo il suo principale braccio destro in Italia Alfredo Altavilla rifà lo stesso identico annuncio. L’ex amministratore delegato di Chn – la branca Fiat che si occupava di movimento terra – ora è diventato responsabile europeo di Fca ed è il più papabile per la successione a Marchionne nel 2018. Ieri è toccato a lui incontrare i sindacati – quelli del «Sì» perché la Fiom è ancora in regime di apartheid – per spiegare meglio le prospettive del gruppo specie per i tanti stabilimenti ancora alle prese con cassa integrazione e contratti di solidarietà.
Ebbene, Altavilla ha semplicemente confermato le mille assunzioni, entrando solo meglio nello specifico. Oltre a Melfi – che mantiene comunque la parte del leone come stabilimento traino, il primo in cui sono stati introdotti i 20 turni settimanali – le assunzioni ci saranno alla Sevel di Atessa (dove si produce il furgone Ducato), a Termoli (dove si fanno motori), a Verrone (Biella) e alla Vm di Cento (Ferrara), dove si costruiscono motori diesel. A Melfi, in particolare, sono previste 600 assunzioni, le prime 250 delle quali entro giugno «con l’obiettivo – ha spiegato Altavilla – di portare la produzione a 1.200 vetture al giorno. Alla Sevel le assunzioni saranno 200, a Verrone 170. È inoltre previsto l’inserimento di cento giovani sul progetto Alfa Romeo a Cassino (50) e Termoli (50), «destinati a ruoli importanti – ha spiegato Altavilla – di team leader», i nuovi capi introdotti dal modello Wcm.
Come si vede nessuna nuova su Pomigliano (dove la sola Panda non basta a far lavorare tutti) e ben poche buone notizie per Cassino, dove la “cassa” va avanti da 3 anni e dove si attende l’annuncio ufficiale sulla nuova Alfa.
Per quanto riguarda Mirafiori, cuore della vecchia Fiat ridotto da anni ad una vuota cattedrale, Altavilla ha detto che «i lavori (per l’implementazione delle nuove linee, ndr) vanno avanti secondo i programmi, che prevedono l’inizio della produzione del Maserati Levante a fine anno».
La promessa di Marchionne, ribadita da Altavilla ieri, è quella di far rientrare al lavoro tutti i lavoratori in cig entro il 2018.
Seppur si tratti di notizie ampiamente annunciate, i sindacati del Sì aprono la gran cassa. «Con le nuove assunzioni previste entro fine anno – osserva Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim – a Melfi si raddoppierà l’occupazione. Anche per gli altri stabilimenti, come Sevel e Verrone, si rafforza l’obiettivo non solo di assorbire tutta la cassa integrazione ma anche di incrementare i livelli occupazionali del gruppo. Oggi abbiamo avuto anche una conferma sull’evoluzione del piano industriale con l’indicazione dei tempi per l’investimento a Cassino e Mirafiori. Abbiamo sottolineato che per noi è fondamentale coinvolgere Pomigliano nel progetto Alfa». «La priorità è superare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali il prima possibile. Questi sono i primi frutti degli accordi sindacali degli anni precedenti. È0 la conferma che Fca in Italia è in ripresa e che gli sforzi negli ultimi anni vengono finalmente ripagati», sottolinea Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm.
La Fiom invece è molto critica. «La direzione di Fca – dichiara Michele De Palma – insiste nella politica degli annunci e comunica nuove assunzioni mezzo stampa mentre si ostina a non convocare, nemmeno per informarla, la Fiom, confermando un comportamento escludente. In verità -aggiunge – le “nuove assunzioni” annunciate, con l’esclusione dello stabilimento di Melfi, sono in parte trasformazioni di contratti già in essere, in altri casi compensano la riduzione degli occupati non sostituiti negli ultimi anni».
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