Non vi era costruzione volontaria e calcolo nel sadismo emotivo di Rainer Werner Fassbinder, così come nella sua incessante opere di accurato smembramento della cultura borghese. Era un moto ben più viscerale e intimo quello che spingeva l’artista tedesco a rigettare la morale comune, a ostentare sfacciatamente la propria omosessualità, a violentare la natura del sesso e degli affetti. Eppure, persino in questa connaturata istintualità, quella sua vita piena di feroce meraviglia ha offerto – non meno delle sue opere – una raffigurazione straordinariamente vivida del suo tempo. Politica perché capace di costruire «mondo» (così come sa essere la parola...