Far votare tutti i grandi elettori dipende solo dal parlamento
Quirinale Un'ordinanza della Corte costituzionale non lascia alibi a camera e senato. Mentre cresce il numero di chi chiede di non escludere i positivi e chi è in quarantena. Un'ordine del giorno approvato quasi all'unanimità chiama in causa il governo. A Montecitorio stamattina la capigruppo per dare finalmente il via libera
Quirinale Un'ordinanza della Corte costituzionale non lascia alibi a camera e senato. Mentre cresce il numero di chi chiede di non escludere i positivi e chi è in quarantena. Un'ordine del giorno approvato quasi all'unanimità chiama in causa il governo. A Montecitorio stamattina la capigruppo per dare finalmente il via libera
L’ordine del giorno impegna il governo «a garantire ogni forma di collaborazione per permettere a tutti i 1009 delegati di partecipare al voto per l’elezione del presidente della Repubblica rimuovendo ogni forma di impedimento, se del caso anche attraverso un intervento di carattere normativo». La camera lo approva quasi all’unanimità mentre converte il decreto sul super Green Pass. Ma poco dopo il governo, ragionevolmente, fa sapere che può offrire solo collaborazione tecnica, non decreti per risolvere il problema dei grandi elettori positivi o in quarantena che non potranno raggiungere Montecitorio da lunedì prossimo. Tocca al parlamento decidere come superare l’ostacolo. Sostanzialmente la stessa cosa dice in serata la Corte costituzionale, dichiarando inammissibile il conflitto di attribuzione sollevato da alcuni parlamentari di Sicilia e Sardegna contro il super Green Pass per aerei e traghetti. Tocca alle camere affrontare il problema.
Sarà inevitabile. È vero che secondo i dati di ieri sera i positivi tra camera e senato sono scesi a poco più di venti. Ma con Omicron che rugge è difficile considerarlo un dato stabile. E poi il divieto di spostarsi alla camera per votare il prossimo presidente della Repubblica riguarda anche chi non è negativo ma sta in quarantena.
Intanto cresce il numero di chi considera niente affatto ordinario escludere da voto diverse decine di grandi elettori. L’ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia ma votato da quasi tutti dimostra, al di là della sua correttezza tecnica, che si tratta di un allarme condiviso. La capigruppo di Montecitorio si riunisce questa mattina, troppo tardi sarebbe stato aspettare la convocazione già decisa, lunedì mattina in congiunta con il senato alla vigilia del primo voto per il Quirinale.
Intanto la Corte costituzionale al termine di una lunga camera di Consiglio ha trovato il modo di non affrontare di petto il tema sollevato da alcuni deputati e senatori di Alternativa e M5S, che avevano chiesto una sospensione d’urgenza della disposizione per la quale anche un grande elettore diretto a Roma dalle isole può essere fermato se non in possesso del super Green Pass. In attesa del deposito dell’ordinanza, un comunicato della Corte ha spiegato che il conflitto di attribuzioni è stato dichiarato inammissibile – e dunque il tema non è stato affrontato nel merito – perché «la disposizione regola le condizioni di accesso al trasporto pubblico valide per l’intera collettività e non riguarda attribuzioni specifiche di deputati o senatori». Dunque anche per la Corte non si scappa: la tutela delle attribuzioni dei parlamentari «deve essere garantita dai competenti organi delle camere, nel rispetto della legislazione vigente»
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