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Fermato a Roma il vicepresidente di Casapound

Fermato a Roma il vicepresidente di CasapoundI militanti di Casapound prima del blitz alla sede della Commissione europea a Roma

Rabbia e manganelli A Roma arrestato il vice capo di Casapound per un blitz anti Ue. A Torino la polizia carica gli studenti. A Venezia manganella gli antifascisti e protegge il presidio antigay di Forza nuova. Intanto i Forconi si preparano alla manifestazionne di mercoledì nella Capitale

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 15 dicembre 2013

“Sono giorni pieni di proteste e sono proteste che sono conseguenze di sacrifici”, lo vediamo tutti e lo ha detto anche Laura Boldrini. Ieri in piazza non c’erano più solo i Forconi ma anche i sindacati, gli studenti, i fascisti e gli antifascisti. A Torino la polizia ha caricato il corteo studentesco che doveva ricongiungersi alla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil. A Venezia ci sono stati scontri tra agenti e antifascisti che manifestavano contro un presidio antigay di Forza Nuova. A Roma è stato arrestato il vicepresidente di Casapound durante un blitz contro la sede dell’Unione Europa.
La presidente della camera ha invitato a “non gettare benzina sul fuoco” e a prendere lezione da Mandela che “ha saputo trasformare la rabbia in energia positiva. Penso che anche il raccoglimento di Natale, stare in famiglia, possa comunque aiutare tutti”. Gli italiani però non la pensano così. Il natale non è uguale per tutti e casomai non fa che esasperare chi non può viverlo serenamente. La crisi economica e l’inefficace autoreferenzialità della politica infatti stanno producendo fuori dal palazzo un mix sempre più esplosivo, pieno di contraddizioni e contrappossizioni.
Roma attende la fatidica giornata del 18 dicembre dove i Forconi si sono dati appuntamenti per un presidio permanente in piazza del Popolo dalle 15. Nonostante tutte le prese di distanza continua l’approccio al movimento da parte degli estremisti di destra. Ieri alcune decine di militanti di Casapound hanno sfilato con la maschera da fantasmi e con un cappio al collo verso il palazzo della rappresentanza in Italia della Commissione europea in via IV Novembre. A quel punto il loro vicepresidente Simone Di Stefano è salito su una scala. Ha tolto dal pennone del balcone la bandiera della Comunità europea e, al grido “Daje, pijatevela e annatevene”, l’ha lanciata al gruppetto di camerati. A quel punto è partita la carica della polizia e Di Stefano è stato arrestato. Dieci militanti di Casapound sono stati denunciati per concorso nel furto aggravato della bandiera, resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata.
A Torino invece le cariche contro gli studenti inevitabilmente vengono interpretate in tutt’altro modo. Se pochi giorni fa i poliziotti davanti ai Forconi si levavano il casco e solidarizzavano. Ieri invece hanno alzato il manganello contro dei ragazzi per un innocuo lancio di uova e gavettoni di vernice contro la Regione del leghista Cota travolta dagli scandali sui rimborsi. Tre minorenni sono stati fermati e sono indagati per imbrattamento e quattro maggiorenni sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale. Due studenti sono rimasti feriti alle dita e una ragazza incinta è stata soccorsa dall’ambulanza dopo un malore. Tra gli agenti due contusi e 15 divise macchiate. Ezio Locatelli, segretario provinciale del Prc, ha parlato di un “intervento spropositato” e da più parti si sottolinea una gestione dell’ordine pubblico che applica due pesi e due misure a seconda di chi manifesta. Mano leggera coi Forconi e la destra estrema e pugno duro a sinistra.
Si tratta di un’interpretazione che appare ancora più plausibile a Venezia. Qui però i Forconi non c’entrano. Gli antifascisti più preparati allo scontro hanno manifestato in piazzale Roma per non lasciare la piazza al presidio antigay organizzato da Forza Nuova. Polizia e carabinieri presenti in forze hanno reagito caricando e lanciando lacrimogeni. Gli antifascisti hanno risposto con una sassaiola e riparandosi dietro a transenne e bidoni della spazzatura. Un dirigente della Digos è rimasto ferito alla testa (4 punti). Due antifascisti sono stati fermati ma uno si sarebbe liberato. “Ci hanno sparato addosso una pioggia di lacrimogeni ad altezza d’uomo – ha detto Tommaso Cacciari, portavoce dei Disobbedienti veneziani – alcuni di noi per questo hanno ustioni allo stomaco e alle gambe”. Tornata la calma gli genti in divisa antisommossa hanno protetto alcune decine di militanti di Forza Nuova che hanno così potuto tenere il loro presidio, poi sono stati fatti salire su un pullman e sono stati scortati fino alla stazione di Mestre.

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