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Fantasmi di guerra in Afghanistan

Fantasmi di guerra in Afghanistan

Cannes 68 Alla Semaine de la Critique «Ni le ciel, ni le terra» di Clement Cogitore

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 19 maggio 2015

Un avamposto di un pugno di soldati francesi in Afghanistan. Li guida Jeremy Renier (attore feticcio dei Dardenne). Si sta di guardia, anche se non sembra mai succedere niente. I talebani stanno fra le colline. I soldati li tengono lontani dal villaggio ma il villaggio non per questo ama i francesi. Poi soldati scompaiono nel nulla. E l’organizzazione della machina militare francese si sfalda implacabilmente. Riflettendo sull’intervento francese in Afghanistan, il film di Clement Cogitore si situa in un territorio decisamente conradiano.

Il «compagno segreto» si moltiplica in una presenza aleggiante, tentacolare. Senza mai calcare troppo la mano sulle implicazioni metafisiche del progetto (tranne nel finale), il regista mette in scena un vero e proprio studio dell’altro attraversamento l’impossibilità di mappare il «territorio nemico».

I talebani che emergono letteralmente dalle rocce come i sabbipodi di Guerre stellari, evocano i guerriglieri Vietcong ma anche i tunnel che attraversano Gaza. Le frontiere non esistono. E non servono. Altre leggi reggono l’universo nella terra di Allah, dove Dio sembra riprendersi poco alla volta le cose che ha dato al mondo. Attraverso un controllo registico preciso ma quasi mai asfissiante, Cogitore crea un film di guerra che costeggia il racconto di fantasmi e l’apologo lasciando abbastanza porte socchiuse per permettere alla sospensione dell’incredulità di insinuarsi nello sguardo. Infine, l’attenzione con la quale Cogitore segue la danza dell’angoscia fra pashtu e francese è ulteriore elemento che depone a favore di un film complesso e articolato che alla luce dei fatti di Parigi assume un valore ancor più problematico. Ni le ciel, ni le terra, titolo ispirato a un versetto del Corano, sembra offrirsi sin d’ora come uno dei titoli più interessanti della 54esima Semaine de la critique.

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