Facciamo due click per la democrazia
Nuova finanza pubblica La rubrica settimanale di politica economica. A cura di autori vari
Nuova finanza pubblica La rubrica settimanale di politica economica. A cura di autori vari
Da ieri è possibile firmare online le due leggi d’iniziativa popolare per la riforma della finanza dei Comuni e per la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti (www.riprendiamociilcomune.it). Da mesi una rete di oltre cento comitati territoriali si è attivata in tutto il Paese con banchetti, iniziative, presentazioni di odg nei Consigli Comunali, per mettere al centro della discussione il ruolo e la trasformazione subita dai Comuni in trenta anni di politiche liberiste e di austerità e l’espropriazione di beni comuni, diritti e democrazia che ciò ha comportato per le comunità territoriali.
Siamo di fronte a un grande paradosso: mentre le persone ogni volta che hanno un problema vanno in Comune, il nostro Paese è attraversato da una ventennale discussione sul ruolo delle Regioni, fino alla devastante opzione dell’autonomia differenziata che esaspera le diseguaglianze territoriali e frantuma il paese, mentre nessun tavolo è aperto per discutere la drammatica situazione in cui versano gli enti locali. Tagli drastici al personale, privatizzazioni dei servizi pubblici, a partire dall’acqua e nonostante un referendum vinto, dismissione del patrimonio pubblico, consumo di suolo e solitudine competitiva costituiscono oggi la cifra della vita delle persone nelle comunità territoriali.
Serve un cambio di paradigma e la campagna «Riprendiamoci il Comune» lo mette in campo. Con la prima proposta di legge, che trasforma la finanza locale, si intende sottrarre i Comuni all’ossessiva e compulsiva stabilità dei conti -peraltro, miseramente fallita, vista la situazione finanziaria degli stessi- per renderli attori di un nuovo modello sociale, ecologico e relazionale a partire dai territori, eliminando tutti i vincoli all’assunzione di personale, procedendo alla reinternalizzazione dei servizi pubblici locali e difendendo territorio, beni comuni e patrimonio pubblico. Con la seconda proposta, che trasforma Cassa Depositi e Prestiti, si intende riappropriarsi dell’ingente risparmio postale (280 mld) e metterlo a disposizione come leva finanziaria agevolata per le comunità territoriali.
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Un risparmio che, da quando Cdp è stata trasformata in Spa, viene utilizzato per finanziare l’energia fossile e le industrie di armamenti e per relazionarsi ai Comuni come una qualsiasi banca, favorendone la svendita del patrimonio pubblico e la privatizzazione dei servizi pubblici. In entrambe le proposte di legge, assume un ruolo primario la partecipazione diretta delle comunità territoriali alle scelte che le riguardano. Si tratta di una radicale inversione di rotta rispetto all’esistente, che si può fare se dal basso le comunità territoriali prendono in mano il proprio destino e decidono di trasformarsi in comunità di cura capaci di lotta e di trasformazione. Una campagna, che da ieri può essere sostenuta anche con la firma digitale.
Non si tratta della piattaforma pubblica, che il governo è obbligato a garantire da una condanna dell’Onu, per la cui operatività, nonostante le pressioni, i flash mob e le mobilitazioni messe in campo in questi mesi, il Ministro della Giustizia ha appena detto che ci vorrà ancora un altro anno; si tratta di una delle tante piattaforme esistenti, a cui siamo dovuti ricorrere per rispondere alle innumerevoli richieste di poter sostenere online la campagna.
Ora lo strumento c’è, a tutte e tutti noi il compito di renderlo il più efficace possibile, dando esito positivo a questa prima fase di una campagna che è nata per rimanere, diffondersi, radicarsi nei territori. Perché non di sole leggi si tratta, ma della possibilità di un futuro differente.
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