Fa paura, ma non è un T-Rex scattante
Editoria La scrittrice Helena Janeczek interviene sull'acquisizione da parte di Mondadori del gruppo Rcs libri
Editoria La scrittrice Helena Janeczek interviene sull'acquisizione da parte di Mondadori del gruppo Rcs libri
Una presenza imponente, che arriva dopo una stagione dedicata a tagli e riduzioni, per tentare la carta del risparmio a fronte di una situazione critica. Può essere definita così l’acquisizione da parte di Mondadori del gruppo Rcs libri: un’operazione di risanamento finanziario che, in realtà, procedeva speditamente già da tempo. In un settore come l’editoria italiana, alle prese con una flessione di introiti e una perdita di terreno inarrestabile, non si sono cercate altre strade.
Helena Janeczek, scrittrice originaria di Monaco di Baviera, ma naturalizzata italiana (Le rondini di Montecassino; Lezioni di tenebra; Bloody Cow) è convinta che sia in atto un cambiamento enorme.
«Anche in paesi dove c’è una consapevolezza diversa e non si vive nell’abulia come in Italia, bisogna fare i conti con questa trasformazione. La crisi dell’editoria è qualcosa di strutturale. In Germania, le politiche che incentivano e proteggono il settore non sono sufficienti ad arrestare l’emorragia di lettori. Basta dare un’occhiata alle classifiche dei libri venduti: anche lì, le nuove generazioni non leggono». L’accordo stretto da Mondadori/ Rcs libri è naturalmente una operazione finanziaria, un oligopolio che nasce «per risanare una situazione debitoria molto importante. I tagli già fatti e che si faranno in futuro, significano una minore capacità produttiva perché vanno ad intaccare le risorse creative all’interno dei gruppi editoriali».
Secondo Janeczek, la concentrazione di quella megaeditoria che si è andata formando racconta una storia non proprio di vittoria, nel senso «che alla maggiore presenza sul mercato non corrisponde altrettanta forza; è comunque una presenza indebolita, proprio dalla evaporazione dello zoccolo duro dei lettori». La fusione è parte integrante di uno smottamento totale.
Insomma, come afferma la scrittrice, «non siamo di fronte a un T-Rex scattante nato da un giorno all’altro», il contesto era già franato da tempo. In questo dissesto, non è escluso che si trovino meno in difficoltà gli altri attori del panorama editoriale, le piccole e medie case editrici. «Lavorando in un determinato modo che garantisce la qualità del prodotto, pubblicando meno titoli, spesso ottimi, possono trarre vantaggio dalla loro politica autoriale».
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