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F35, Sel avverte: non fate slittare la discussione

F35, Sel avverte: non fate slittare la discussione

Democrack Si riaccende la polemica sui caccia. Il ministro Mauro: «Il Consiglio supremo di difesa ha richiamato ciascuno ai suoi ambiti». Pd tentato di rinviare la discussione al senato

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 6 luglio 2013

Ufficialmente di slittamento non si parla. Sugli F35 la discussione al senato resta prevista per il 10 e l’11 luglio, e la capigruppo che dovrebbe calendarizzarla si riunirà mercoledì. Eppure a Palazzo Madama circola il ’consiglio’ di rimandare lo spinoso dibattito sui caccia; tanto più dopo la dura presa di posizione del Consiglio supremo di difesa, che lo scorso 3 luglio ha avvertito il parlamento di non esercitare il «diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’esecutivo». Ovvero le scelte dei sistemi d’arma. Una sconfessione del voto della maggioranza, che piove giù dal Colle più alto – Napolitano presiede il Consiglio – e coinvolge il governo, i cui membri siedono nel Consiglio. Governo che, però, ha dato l’ok alla mozione Pd-Pdl approvata il 26 giugno, che ribadiva la centralità del parlamento in materia.

Loredana De Petris, presidente dei senatori di Sel, mette le mani avanti. «Non accetteremo manovre dilatorie di alcun genere». Gli indizi di queste «manovre» ci sono. La capigruppo convocata mercoledì, anziché il consueto martedì; la necessità di ’aspettare’ la discussione sul ddl Riforme. Ma rinviare l’ennesima patata bollente in attesa di ’sminare il campo’ potrebbe essere vitale per il Pd. Perché la dura posizione del Consiglio supremo colto di sorpresa molti, soprattutto quelli che avevano faticato a trovare un testo di mediazione con il Pdl. Come Gian Piero Scanu, capogruppo Pd alla commissione difesa di Montecitorio: «La legge 244 prevede che gli acquisti dei sistemi di difesa di tutte le armi siano di competenza primaria del parlamento, con il governo che svolge una funzione concorrente», spiega. Quello del Csd è «uno scivolone». E sono in molti – ma non tutti – gli esponenti Pd a pensarla così. Persino fra i membri del governo. Come Stefano Fassina, che al manifesto ha definito «sorprendente» il comunicato del Csd, «la legge 244 è chiara: il parlamento è centrale in materia di riordino dei sistemi d’arma».

E invece ieri il ministro della difesa Mauro è tornato all’attacco: le comunicazioni del Csd ricordano «a ognuno cosa siamo chiamati e in che termini». Nell’esecutivo la «larga intesa» sugli F35 si è già ristretta.

Per il Pd dunque la matassa si imbroglia. Anche perché al senato le mozioni per la sospensione dell’acquisto degli F35 sono tre: quella di Sel, quella del M5S e quella di 18 dem, primo firmatario Felice Casson. Il cui testo in buona sostanza smentisce quella della maggioranza Pd-Pdl approvata alla camera. «A me di ritirarla non l’ha ancora chiesto nessuno», spiega Casson. «Peraltro non ho alcuna intenzione di farlo». Ma quella di Casson, ha spiegato negli scorsi giorni ai suoi collaboratori la senatrice Roberta Pinotti, sottosegretaria alla Difesa, «non è la mozione del Pd. È la posizione di 18 senatori del Pd».
Ma anche di (almeno) mezzo paese. Ieri il leader Fiom Landini ci è tornato su: «Sarebbe stato un atto di intelligenza sospendere i soldi vincolati agli F35» per dirottare «le spese inutili» «per la tutela del reddito e per rilanciare gli investimenti».

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