Editoriale

F35, piano segreto o piano elettorale?

Negli ultimi mesi, sugli F35 – dal governo e dal Pd – si sono rincorse le voci più disparate: non si toccano, anzi no, ne tagliamo la metà; riduciamo il […]

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 23 aprile 2014

Negli ultimi mesi, sugli F35 – dal governo e dal Pd – si sono rincorse le voci più disparate: non si toccano, anzi no, ne tagliamo la metà; riduciamo il programma, anzi no, lo rimoduliamo o, per dirla con l’ultimo tweet di Renzi, lo «revisioniamo». E poi: entro il 2013 decidiamo (così diceva la mozione parlamentare approvata a giugno del 2013), anzi, meglio aspettare fino ad aprile del 2014, per far finire i lavori di inchiesta alla Commissione Difesa. Viene convocata dunque la riunione della Commissione il 4 aprile, ma poi si rinvia al 17 aprile e poi si prolunga il rinvio all’8 maggio. Non è finita: la riunione della Commissione Difesa potrebbe essere inutile, perché dal governo e dal Pd dicono ora: meglio fare il “libro bianco” sulla difesa. Quando? Prima della fine dell’estate. Anzi, no: meglio entro la fine del 2014. Sembra una partita a poker, con diversi bluff in corso, o più banalmente un gioco delle tre carte, dove le carte non vengono mai scoperte.
Nel frattempo si rincorrono le voci e i “piani segreti”, come quello anticipato da Repubblica di ieri, secondo cui il governo starebbe pensando – per l’appunto – a un dimezzamento (da 90 a 45) del numero di cacciabombardieri da acquistare e produrre. Ma senza dirlo esplicitamente, rinviando di un po’ i nuovi acquisti, magari limando qui e là qualche esemplare dai lotti di acquisto in programmazione. Così, fino al 2016 problemi comunque non ce ne sono: abbiamo già contratti (alcuni siglati a settembre del 2013 e a marzo del 2014, violando gli impegni previsti dalla mozione parlamentare di giugno che chiedeva la sospensione dei nuovi acquisti) per portare a termine le produzioni previste. Tra l’altro non si tratta solo di “piani segreti”. Il contratto tipo degli F35 è un “contratto segreto”: nessuno lo ha mai visto. Visto che Renzi promette di desecretare le carte di tanti misteri drammatici del nostro paese, perché intanto non fa una cosa molto più semplice e ci fa vedere che cosa c’è scritto nei contratti siglati dall’Italia per gli F35?
Sta di fatto che per il momento – quanto a ipotetici tagli di F35 – si tratta di voci e di supposizioni: la Commissione Difesa non ne può parlare e nemmeno la Camera. La ministra Pinotti dovrebbe rispondere a una «informativa urgente» sugli F35 presentata dai deputati di Sel: si è dimostrata disponibile a venire in aula, ma ovviamente ha rinviato a data da destinarsi la sua presenza alla Camera. Nel frattempo vanno avanti i “piani segreti” che sembrano essere utilizzati più come merce elettorale in vista delle prossime europee che come seria materia di di dibattito e approfondimento nelle sedi preposte, cioè il Parlamento. I giornali sono caduti nel tranello anche la settimana scorsa quando dopo la presentazione del decreto dell’Irpef hanno titolato «Renzi taglia gli F35» quando si trattava semplicemente del taglio (o meglio dello spostamento della spesa di un anno) di un aereo e mezza ala di un altro (153 milioni di euro).
Se fosse vero quanto previsto dal “piano segreto” sarebbe comunque una buona notizia: tagliare 45 F35 è comunque un passo avanti verso la decisione definitiva della cancellazione totale del programma. Ma sarà così? Aspettiamo di vedere le carte. Renzi è maestro negli annunci e negli spot e potrebbe essere anche questo il caso. Speriamo che dietro questo “piano segreto” non ci sia il solito tranello: rinviare, stagliuzzare qui e là, rimodulare e «revisionare», e nel frattempo andare avanti con il programma. Sarebbe ora di scelte chiare e nette. Se – come disse Renzi in campagna elettorale l’anno scorso – gli F35 sono un programma «insensato» è ora di dimostrarlo con i fatti e non con tatticismi degni della vecchia politica.

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