Alla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil, ieri a Napoli, c’erano anche i lavoratori ex Whirlpool del sito partenopeo di via Argine. La loro è una delle rare reindustrializzazioni che lascia ben sperare. La multinazionale Usa ha chiuso la produzione di lavatrici il 31 ottobre 2020 ma gli operai non si sono mai fermati e, al grido «Napoli non molla», hanno combattuto 4 anni per dare una nuova missione alla fabbrica. Alla fine la soluzione è arrivata: la napoletana TeaTek ha rilevato il sito, che avrà le agevolazioni Zes.

I 312 ex dipendenti saranno assunti alle stesse condizioni economiche e normative, firmeranno il nuovo contratto entro ottobre 2023. Il primo gruppo che verrà assorbito (172 unità) produrrà componenti metalliche per la realizzazione di inseguitori solari. Quindi ulteriori 90 persone si occuperanno di power skid (cabine di trasformazione) per impianti fotovoltaici. Infine, 50 unità dovrebbero essere assorbite dal laboratorio di ricerca sulle tecnologie rinnovabili (a cui sarà annessa una piccola linea di produzione per fotovoltaici stradali) per sperimentare nuove soluzioni nell’ambito delle smart city. Fiom, Fim e Uilm. «In raccordo con il ministero del Lavoro saranno individuati gli strumenti per supportare i lavoratori utilizzando gli ammortizzatori sociali, tra cui la cassa integrazione straordinaria, il Fondo nuove competenze e i percorsi formativi della regione Campania».

Martedì scorso c’è stato l’incontro al ministero delle Imprese, il giorno successivo c’è stata un’assemblea informativa a Napoli con i lavoratori. «È terminata positivamente la fase delle lotte, adesso comincia la fase del confronto sindacale per riportare dentro tutti i lavoratori. Per noi la vertenza sarà chiusa solo quando l’ultimo addetto rientrerà a lavorare – il commento di Rosario Rappa della Fiom di Napoli -. C’è un clima positivo, ora si tratta di dettagliare il percorso che porterà i lavoratori alla ripresa delle attività entro nove mesi». Vincenzo Accurso è uno degli ex dipendenti Whirlpool: «Sono stati quattro anni di difficoltà e sofferenze, fatti di altrettanti sacrifici e lotte, ma adesso ripagano la nostra resistenza per un diritto al lavoro sempre negato. Non è solo il riscatto di operai che hanno creduto nel proprio valore, ma possiamo sentirci parte integrante di quel territorio che sta dalla parte giusta».