Nuova bufera sugli impianti ex’Ilva. La procura della repubblica di Taranto ha emesso un decreto di perquisizione personale e locale nei confronti di Lucia Morselli – amministratrice delegata di AdI fino all’arrivo dei commissari – il vecchio CEO Assistant Carlo Kruger, la consulente Sabina Zani, i procuratori speciali Francesco Alterio, Adolfo Buffo e Paolo Fietta, e i direttori pro tempore degli impianti Vincenzo Dimastromatteo e Alessandro Labile. Quest’ultimo, insieme all’ex ad Morselli, già indagato per la violazione del testo unico sull’ambiente e la rimozione di cautele contro gli infortuni sul lavoro. L’elenco prosegue con Antonio Mura, procuratore di Adi con deleghe a finanze e tesoreria, e il dipendente Felice Sassi.

La guardia di finanza di Bari, coordinata dalla procura ionica, è entrata negli stabilimenti di Taranto per indagare sulla presunta truffa ai danni dello stato, e di rimbalzo all’Unione Europea, rispetto alla gestione delle quote di CO2 nel corso della precedente gestione degli impianti. Nello specifico, sembrerebbe essere stato aggirato il Sistema per lo scambio di quote emissione di gas a effetto serra dell’UE. La misura, fondamentale per la riduzione delle emissioni nei settori industriali a maggior impatto sui cambiamenti climatici, fa sì che gli inquinatori paghino per le emissioni di gas serra eccedenti rispetto al tetto massimo fissato, generando entrate per finanziare la transizione verde in territorio europeo. Da quanto emerso finora, fermo restando la verifica e le valutazioni nelle fasi successive, emergerebbe una vera e propria manomissione di dati. Le indagini inoltre potrebbero ulteriormente allargarsi date le analoghe perquisizioni eseguite, ai fini dell’acquisizione di nuova documentazione, nella stessa provincia tarantina oltre a quelle di Bari, Milano, Monza-Brianza e Modena.

Il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, sornione, si è immediatamente espresso in merito alla vicenda: «L’unica cosa che posso dire è che evidentemente avevamo ragione a riprendere nelle mani l’ex Ilva con l’amministrazione straordinaria». Eppure, agli occhi più vigili, non sfugge che la Valutazione di Impatto Sanitario recentemente redatta dall’attuale struttura commissariale, nominata tra gli altri proprio dal ministro, e che considera trascurabile l’impatto sanitario dell’inquinamento ex Ilva, abbia omesso i dati di monitoraggio della qualità dell’aria provenienti dalle centraline ARPA Puglia a ridosso del quartiere Tamburi di Taranto relativi all’anno 2023.