A questo punto manca solo lo scontato via libera del giudice fallimentare. Una formalità, attesa nel giro di pochissimi giorni. Di fatto la Richard Ginori è già entrata a far parte del gruppo Gucci (Kering), dopo che i suoi lavoratori hanno approvato a grande maggioranza l’ipotesi di accordo preliminare firmata dai sindacati confederali e di base con i rappresentanti di Grg, la società creata ad hoc per acquistare il prestigioso marchio e lo stabilimento di Sesto Fiorentino. All’assemblea decisiva di ieri mattina in fabbrica si sono presentati 249 dei 303 lavoratori in forza all’azienda di ceramiche e porcellane artistiche. Hanno ascoltato nei dettagli dai delegati sindacali i termini dell’accordo preliminare, che al momento del voto ha avuto l’ok di 224 fra operai e impiegati, mentre i no sono stati 21 e quattro le schede bianche.
L’accordo prevede che Gucci assumerà direttamente con la Grg 230 dei 303 addetti di Ginori, per far ripartire al più presto una produzione di alta fascia nello storico settore dei servizi per la tavola. «Un’assunzione ex novo con un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, a condizioni economico-normative coerenti con quelle attualmente godute, e con riconoscimento dell’anzianità accumulata presso la Richard Ginori». Una cinquantina di lavoratori, almeno 47 ma il numero potrebbe aumentare nei prossimi mesi, saranno riassunti in aziende che fanno parte del ramificato indotto Gucci nell’area fiorentina. Per altri nove lavoratori scatterà il prepensionamento, per i restanti 17 la Grg si impegna a fornire un servizio di outplacement (un’agenzia che trovi loro un impiego), oppure incentivi diretti a chi intende andarsene volontariamente per mettersi in proprio. Se l’outplacement non andasse a buon fine scatterebbe anche per loro l’incentivo, raddoppiato, all’esodo.
In costante contatto con i lavoratori e nonostante antiche frizioni, i sindacati confederali (Filctem Cgil in testa) e i Cobas si sono battuti fianco a fianco e fino all’ultimo minuto per far lievitare il numero delle assunzioni e aumentare le tutele per gli altri. «Nell’intesa – spiegano i confederali – sono stati aggiunti percorsi possibili di pensionabilità, volontarietà e outplacement. Abbiamo lavorato per la massima rioccupazione possibile e per minimizzare le ricadute sociali del fallimento, con l’unico acquirente di alto profilo. Il giudizio sul risultato per noi è complessivamente positivo». Dai Cobas l’apprezzamento per l’impegno di Gucci. All’asta fallimentare la Gucci ha offerto per Richard Ginori 13 milioni di euro – unica proposta arrivata – e investirà per la sua ristrutturazione dai 10 ai 15 milioni.