Lavoro

Ex Embraco, operai in corteo funebre

Ex Embraco, operai in corteo funebreIl corteo dei lavoratori ex Embraco a Torino – Foto LaPresse

Multinazionali in Fuga «Manca l’ad», la scusa della Ventures il cui piano per produrre biciclette elettriche e robot per la pulizia di pannelli solari è fermo. La solidarietà del sindaco Appendino

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 12 novembre 2019

Un corteo funebre per denunciare le promesse non mantenute della re-industrializzazione. I lavoratori della ex Embraco di Chieri sono scesi in piazza nella vicina Torino inscenando un corteo funebre davanti all’Amma, l’associazione delle imprese metalmeccaniche torinesi, dove ieri era convocato l’incontro con l’azienda. Hanno portano una bara all’interno della quale simbolicamente ci sono i dipendenti e un’urna con scritto «Sogni in cenere».
Prima si erano fermati davanti al municipio, accolti dalla sindaca Chiara Appendino. «Sul nostro destino c’è un silenzio assordante», hanno detto i lavoratori alla sindaca, che li ha incontrati davanti con l’assessore Alberto Sacco. «Farò arrivare il messaggio al ministro Patuanelli – ha promesso Appendino – e, se pensate che sia utile, la prossima settimana sarò ai cancelli dell’azienda».
Dalle luci della ribalta durante l’ultima campagna elettorale – con l’ex ministro Calenda in prima fila – all’oblio dell’ennesima fuga di una multinazinale irrisolta. È la storia della ex Embraco di Riva di Chieri (Torino), stabilimento chiuso dalla Whirlpool nel gennaio 2018 e acquisito nel giugno seguente dal gruppo cino-israeliano Ventures Production. L’azienda avrebbe dovuto produrre biciclette elettriche e robot per la pulizia di pannelli solari, riassorbendo così tutti gli ex dipendenti. In realtà l’attività non è mai partita e la scadenza dei 24 mesi di cassa integrazione concessa ai 413 addetti, fissata per luglio 2020, si avvicina senza che nulla accada.
Ieri, in concomitanza con la convocazione del tavolo di crisi all’Unione industriali, si è tenuto a Torino un corteo dei lavoratori promosso da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil partito dal Municipio per poi sfilare davanti alle sedi della Regione Piemonte e della Prefettura.
Ma anche questa volta è arrivata una beffa: la Ventures non si è presentata al tavolo con la motivazione che non ha ancora nominato il nuovo amministratore delegato e il piano industriale non ha avuto applicazione.
La risposta dei sindacati è stata dura. Chiedono nuovi progetti industriali in grado di avviare la produzione nello stabilimento, tutelando i 409 posti di lavoro, riferiscono Fiom e Uilm.
L’ipotesi, che oggi sarà discussa nelle assemblee dei lavoratori in fabbrica, è di salvaguardare il fondo dedicato alla reindustrializzazione dello stabilimento, utilizzando la cassa integrazione, in attesa dei prossimi incontri. Le organizzazioni sindacali chiederanno un incontro urgente alla Regione Piemonte in vista del tavolo di crisi al Mise, che dovrebbe svolgersi entro la prima metà di dicembre.
L’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo economico, che si è svolto il 23 ottobre scorso, non ha certo soddisfatto i sindacati. In quel vertice l’azienda «ha riconosciuto come il piano presentato nel 2018 abbia mostrato evidenti criticità in termini di sostenibilità e di tempistiche che non hanno consentito di procedere alla sua implementazione».
Ora, in pratica, si rischia di ripartire da zero. E in 405 rischiano il licenziamento.

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