Ex Embraco, fra 10 giorni è finita Regione non incontra gli operai
Manifestazione a Torino È un conto alla rovescia da brividi quello che stanno vivendo i lavoratori dell’ex Embraco di Riva di Chieri. «Tra dieci giorni arriveranno le lettere di licenziamento e qui nessuno […]
Manifestazione a Torino È un conto alla rovescia da brividi quello che stanno vivendo i lavoratori dell’ex Embraco di Riva di Chieri. «Tra dieci giorni arriveranno le lettere di licenziamento e qui nessuno […]
È un conto alla rovescia da brividi quello che stanno vivendo i lavoratori dell’ex Embraco di Riva di Chieri. «Tra dieci giorni arriveranno le lettere di licenziamento e qui nessuno della Regione ha avuto il coraggio di parlarci, di spiegare cosa sta succedendo, questa è una cosa indecente», si sfogano in piazza Castello a Torino, durante il presidio promosso da Fiom-Fim-Uilm.
Sono esausti, si sentono abbandonati. Nessun esponente istituzionale li ha voluti incontrare ieri, giorno dell’incontro tra il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e i referenti della Regione Piemonte e della Regione Veneto per analizzare la questione Italcomp: la fusione – ancora ferma al palo – tra l’ex Embraco e l’Acc di Belluno per costituire il nuovo polo italiano dei compressori.
L’incontro non ha dato rilevanti novità né per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, né per il blocco dei licenziamenti collettivi da parte della curatela fallimentare di Ventures: la vera scure nei confronti dei 400 lavoratori torinesi. Gli operai e i sindacati, ancora una volta in piazza, si auguravano di incontrare almeno l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino. Invece nulla.
«Non possiamo accettare che dopo tre anni e mezzo di lotte questa vertenza finisca in questo modo. Ancora oggi il ministro Giorgetti non ha convocato le organizzazioni sindacali. È tempo che il governo si assuma le proprie responsabilità su questa vicenda. Il 20 aprile i lavoratori ex Embraco manifesteranno a Roma, davanti al Mise, per chiedere di essere finalmente ricevuti», commenta a caldo Vito Benevento, segretario Uilm Torino.
Solo nel pomeriggio è arrivata una nota del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: «Il ministro Giorgetti ha confermato da parte del governo le risorse finanziarie e gli strumenti normativi necessari al salvataggio dell’impresa, ma è fondamentale agire in fretta. Per quanto riguarda l’aspetto imprenditoriale-aziendale, il ministro ha confermato la sua disponibilità sia nella costituzione sia nello sviluppo del progetto Italcomp, impegnandosi personalmente nella ricerca di un investitore privato». Cirio ha, poi, detto di aver contattato il ministro del lavoro Andrea Orlando per un incontro tempestivo ai fini «di sospendere la procedura di licenziamento collettivo dei 400 lavoratori in vista della imminente scadenza del 25 aprile».
Ai presidenti di regione Alberto Cirio e Luca Zaia, il ministro Giorgetti ha suggerito il «metodo Corneliani», la formula utilizzata per la storica azienda tessile di Mantova salvata dal fallimento grazie all’investimento privato e pubblico nel capitale.
È da quasi tre anni e mezzo, dal gennaio 2018, che la vicenda Embraco – allora controllata da Whirlpool – va avanti senza trovare soluzioni («Bisogna, invece, trovarle», ribadisce l’arcivescovo Cesare Nosiglia, che ieri ha incontrato i lavoratori), ma solo illusioni temporanee. «Il progetto Italcomp è stato presentato a settembre e a oggi non abbiamo certezze. È vergognoso», dice Ugo Bolognesi della Fiom torinese. L’imperativo è fare in fretta. E bene. Ma, questa volta, per davvero.
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