Ex Blutec, parte la riqualificazione ma Termini Imerese è un deserto
Sicilia Una vertenza lunga 13 anni, Pelligra Italia ha firmato l’accordo. Dubbi sull’affidabilità. Nel 2011 c’erano 1.536 operai, più altri 700 dell’indotto. Ne sono rimasti 533
Sicilia Una vertenza lunga 13 anni, Pelligra Italia ha firmato l’accordo. Dubbi sull’affidabilità. Nel 2011 c’erano 1.536 operai, più altri 700 dell’indotto. Ne sono rimasti 533
Un dato certo c’è: la fine del commissariamento straordinario. È durato 5 anni, fu avviato dal Mise dopo l’arresto di Roberto Ginatta, accusato di avere usato per scopi personali 16,5 milioni di fondi pubblici arrivati da Invitalia dopo avere comprato per appena 1 euro con la sua Blutec lo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, soffiandolo a Massimo Di Risio che in quella fabbrica sul mare avrebbe voluto produrre le auto Dr motor, ma logiche e trame politico-affaristiche glielo impedirono. A novembre i tre commissari avrebbero concluso il mandato e i lavoratori avrebbero perso quella cassa integrazione che hanno ricevuto per 13 anni consecutivi, da quando Sergio Marchionne decise di chiudere il sito: era il 2011. All’epoca c’erano 1.536 operai, più altri 700 delle aziende dell’indotto. Ne sono rimasti 533.
TERMINI IMERESE nel frattempo si è depressa: capannoni abbandonati, aziende fallite e l’intero sistema che ruotava attorno alla fabbrica collassato. Per 350 lavoratori adesso il futuro si chiama Pelligra Italia Srl, la società dell’imprenditore italo-australiano che si è aggiudicata lo stabilimento ex Blutec per 8 milioni di euro con l’obiettivo di riqualificare e ristrutturare l’area e i capannoni. Non proprio un progetto industriale, come era previsto nel bando di gara, ma il ministero delle Imprese e del Made in Italy e la regione siciliana stanno dando fiducia al patron del Catania calcio, finito due giorni fa nella bufera per avere depositato in ritardo la fidejussione di un milione per l’iscrizione della squadra al campionato di serie C, creando un putiferio nella tifoseria e qualche sospetto sull’affidabilità finanziaria del suo gruppo.
INTANTO C’È UN CORO di soddisfazione. L’accordo quadro firmato ieri (condiviso da ministero, regione, Inps, Pelligra Italia e sindacati) mette un punto sulla vertenza. Ora la palla è nelle mani di Pelligra, anche se al Tar di Palermo pende il ricorso di Sciara holding e Smart city group che hanno depositato un carteggio contestando presunte forzature nell’assegnazione della gara. In base all’intesa, 350 lavoratori saranno assunti il primo novembre di quest’anno dalla Pelligra Italia, potranno accedere a un programma di riqualificazione e formazione professionale per l’attuazione del piano industriale della società; gli altri 183 operai, rimanendo in capo all’amministrazione straordinaria, potranno beneficiare dell’isopensione (assegno di esodo ndr) a partire dal primo gennaio 2025. «Termini Imerese sarà un modello di quel che insieme faremo in questa legislatura per riaffermare il ruolo dell’impresa e del lavoro italiano – è il tono trionfalista del ministro Urso che parla di ‘svolta storica’ -. Sin dal primo giorno ci siamo impegnati tra scetticismi e qualche incomprensione, per imprimere una svolta in quello che era considerato il simbolo della crisi industriale del Paese, ci siano riusciti anche grazie al supporto del presidente della regione, Schifani».
IL GOVERNATORE siciliano sottolinea l’importanza che ha avuto la riprogrammazione del piano per l’occupabilità, approvata nel corso dell’ultima giunta, che destina 30 milioni del Fondo sociale europeo proprio per la gestione della crisi ex Blutec; fondi che saranno utilizzati per l’accompagnamento all’esodo e per la riqualificazione dei lavoratori assunti dalla Pelligra Italia. «È un ottimo risultato perché abbiamo sempre sostenuto la necessità di non lasciare solo nessuno; si chiude una vertenza tra le più lunghe e complicate», dicono Samuele Lodi, coordinatore nazionale Fiom-Cgil settore mobilità, e Roberto Mastrosimone della Fiom nazionale. «Finalmente è possibile attuare il percorso che auspicavamo», aggiungono Marco Giglio, coordinatore della Fim Cisl nazionale, e Antonio Nobile, segretario generale Fim Palermo-Trapani. Rimane da capire se Pelligra Italia rispetterò i tempi per la riqualificazione dell’area e dei capannoni e se ci saranno aziende che investiranno. Punti interrogativi ben chiari alle parti sociali, che al momento festeggiano pur rimanendo vigili sul rispetto degli impegni e sull’intera procedura.
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