Evelyn Fox Keller, scienza e critica di genere al Mit
Il ritratto Addio alla fisica, biologa e filosofa statunitense morta a Cambridge a 87 anni. Docente emerito di storia e filosofia della scienza al Massachusetts Institute of Technology, era considerata l’esponente di maggior rilievo nell’ambito della cosiddetta epistemologia femminista
Il ritratto Addio alla fisica, biologa e filosofa statunitense morta a Cambridge a 87 anni. Docente emerito di storia e filosofia della scienza al Massachusetts Institute of Technology, era considerata l’esponente di maggior rilievo nell’ambito della cosiddetta epistemologia femminista
La fisica, biologa e filosofa statunitense Evelyn Fox Keller è morta a Cambridge a 87 anni. L’annuncio della scomparsa, avvenuta il 22 settembre, è stato diffuso dal Massachusetts Institute of Technology dove Fox Keller era docente emerito di storia e filosofia della scienza. Considerata l’esponente di maggior rilievo nell’ambito della cosiddetta epistemologia femminista, la filosofa della scienza era nata a New York il 20 marzo 1936, in una modesta famiglia di religione ebraica, immigrata dalla Russia.
Laureatasi nel 1957 alla Brandeis University di New York, conseguì il dottorato in fisica teorica alla Harvard University nel 1963, con una dissertazione in biologia molecolare. Dal 1988 al 1992 insegnò alla California University di Berkeley, nel dipartimento di Retorica, Storia e Women’s Studies. Nel 1993 si trasferì al Mit. Fox Keller si è occupata dapprima dell’intersezione tra fisica e biologia, e poi la sua ricerca si è incentrata sulla storia e la filosofia della moderna biologia e sui rapporti tra genere e scienza.
Da militante femminista, illustre e innovativa filosofa e storica della scienza, era nota per la sua potente critica alla concezione dell’oggettività dell’establishment scientifico, che trovava carente nei suoi stessi termini e pesantemente carica di presupposti di genere. «Il suo lavoro ha spinto molti studiosi verso una comprensione più sfumata e sofisticata dei fattori soggettivi e delle modalità di pensiero socialmente guidate che possono dare forma alle teorie e alle ipotesi scientifiche», si legge nel comunicato di cordoglio del Mit.
Tra le sue opere pubblicate nel nostro Paese, si ricordano «Sul genere e la scienza» (Garzanti, 1987), «Conversazioni con Evelyn Fox Keller, una scienziata anomala» (con Elisabetta Donini, Elèuthera, 1991), «Vita, scienza e cyberscienza» (Garzanti, 1996), «Il secolo del gene» (Garzanti, 2001), «In sintonia con l’organismo. La vita e l’opera di Barbara McClintock» (Castelvecchi, 2017).
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