Non sembrano mettersi per il verso giusto le cose per il Movimento 5 Stelle alla ricerca di un alleato che lo caratterizzi in chiave europea. Dopo le prime notizie sui variegati compagni di strada provenienti da Polonia, Finlandia e Croazia, ieri è arrivata la gelida risposta alle offerte di collaborazione avanzate qualche giorno fa da Luigi Di Maio all’obiettivo principale della campagna acquisti elettorale grillina: i gilet gialli.

Il messaggio porta la firma di Eric Drouet, cioè di quello che viene considerato uno dei personaggi più rappresentativi del composito movimento francese, ed è rivolto direttamente al capo politico del M5S. «Signor Di Maio – scrive Drouet dal suo profilo Facebook – I gilet gialli hanno fondato un movimento che è apolitico fin dall’inizio, altrimenti non saremmo diventati quello che siamo adesso! Rifiuteremo qualsiasi aiuto politico, non importa da quale parte provenga. Pertanto rifiutiamo la tua richiesta di appoggio. Abbiamo iniziato da soli e finiremo da soli». Drouet è un camionista, è molto attivo sui social network dove compare spesso in video nei quali esprime le posizioni dall’interno della cabina del suo autoveicolo. Proviene da Melun, una città che si trova a una cinquantina di chilometri da Parigi, e ha partecipato fin dall’inizio alle mobilitazioni de gilet gialli. È stato arrestato due volte in queste settimane, una volta per possesso di oggetto atto ad offendere (un bastone) e un’altra per manifestazione non autorizzata, raccogliendo la solidarietà sia di Marine Le Pen che di Jean-Luc Mélenchon.

La cosa che rende più significativo il rifiuto a collaborare di Drouet è il fatto che solo fino a un paio di giorni fa lui stesso era stato tentato dall’avventura e si era detto disponibile ad incontrare il Movimento 5 Stelle in nome del soccorso che esso pareva offrire. Contrariamente a Jacline Mouraud, esponente dell’ala più moderata che aveva denunciato l’ingerenza Di Maio del M5S negli affari interni della Francia, Drouet aveva detto di considerare «molto importante» la disponibilità di Di Maio e aveva spiegato di non escludere un incontro con il vicepremier e ministro grillino, specificando che però non gli interessava parlare con «Mussolini», alludendo a Matteo Salvini.

Poi Drouet ha cambiato idea. Chi ha seguito le riunioni degli ultimi due giorni dei gilet gialli racconta che ciò è avvenuto di fronte ai dubbi avanzati da attivisti e sostenitori, nelle assemblee locali e nei forum online, sulla vera natura del Movimento 5 Stelle e sulla necessità di Di Maio di ricostruirsi un’immagine anti-establishment utilizzando le mobilitazioni francesi.

Nelle discussioni interne al movimento francese ha giocato un ruolo importante una lettera aperta scritta da un italiano che vive Oltralpe e che segue le manifestazioni dei gilet gialli. «Perché questo personaggio che indossa la giacca e la cravatta anche quando dorme dichiara d’improvviso di sostenere i gilet gialli e di voler mettere a disposizione del movimento la piattaforma Rousseau? – si legge nel testo circolato nei giorni scorsi – La risposta è semplice: Di Maio è in crisi di consensi e di legittimità in Italia, perché ha tradito il suo popolo nella negoziazione con l’Europa e non ha mantenuto le promesse elettorali. Di Maio prova a recuperare il consenso degli italiani elogiando i gilet gialli». La lettera si sofferma poi sull’offerta che il capo politico grillino aveva fatto, di mettere loro a disposizione la piattaforma Rousseau. «Di Maio insulta i gilet gialli se pensa che il nostro movimento abbia bisogno della sua piattaforma. La piattaforma Rousseau è contraria allo spirito di condivisione e di libertà della rete».