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Europa, un contintente da costruire

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Incontri Da domani a Roma un convegno internazionali sull'Europa dopo la vittoria di Syriza in Grecia e la crescita di Podemos in Spagna

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 9 aprile 2015

La vittoria di Syriza nelle elezioni in Grecia e la crescita di Podemos in Spagna hanno aperto un nuovo campo di possibilità politiche per l’Europa. Allo stesso tempo restano evidenti i limiti che si frappongono a un effettivo cambiamento, nell’epoca segnata dalla finanziarizzazione capitalistica su scala globale e dalla governance esercitata da «istituzioni» post-democratiche in Europa. Come descrivere adeguatamente le trasformazioni «costituzionali» che hanno finora investito l’Unione Europea? Quali sono le condizioni, in questo quadro, per una reinvenzione concettuale delle idee di «libertà ed eguaglianza» e per una loro traduzione pratica nello spazio europeo? E di quali inedite ricombinazioni, di quali innovative modalità di relazione e di quali forme di «coalizione» abbiamo bisogno, tra movimenti sociali, reti civiche e associative, organizzazioni sindacali, forze politiche e istituzioni, per rilanciare un «processo costituente» in Europa? Per cercare di rispondere a questi cruciali interrogativi proponiamo un confronto transnazionale a più voci, non propagandistico né rituale, tra studiosi e pensatori critici, attivisti e rappresentanti delle nuove forze politiche che, nel campo della sinistra, stanno emergendo in Grecia, Spagna e in altri Paesi europei. L’incontro, che nasce dal confrontro tra il gruppo «European Alternatives» e EuroNomade si svolgerà a Roma domani, a partire dalle 15, e sabato presso l’atelier autogestito Esc (via dei Volsci, 159).

La giornata di Venerdì avrà come titolo Syriza, Podemos e la battaglia per una reale democrazia in Europa. È indiscutibilmente in atto una profonda trasformazione nel rapporto tra dinamiche sociali e potere politico, con la crisi irreversibile del paradigma della «rappresentanza» e della conseguente logica delle «alleanze». Il tradizionale approccio orizzontale, proprio delle mobilitazioni «dal basso», si trova sempre più ricombinato con iniziative verticali, nella costruzione di prospettive alternative di «governo». Quali sono gli elementi determinanti in queste nuove costellazioni strategiche di forze? Nella genealogia delle differenti esperienze in atto in Grecia e Spagna, come si è ri-articolata e si sta continuamente ridefinendo la relazione tra conflitti sociali ed esperienze politico-elettorali?

Realtà come Syriza e Podemos sono senza dubbio tra le espressioni più riuscite di tali trasformazioni ma, per molti, fenomeni politici quali il «grillismo» o la crescita di nuove destre razziste e nazionaliste ne rappresentano altrettanti segnali. È possibile distinguere tra «populismi buoni» e «cattivi»? A partire da quali coordinate è possibile valutare il nuovo panorama politico che si sta affermando su scala europea? Qual è il ruolo giocato, in tale contesto, da fenomeni di ritorno alle sovranità nazionali che si manifestano in termini di chiusura identitaria e, in alcuni casi, esplicitamente fascisti?

Com’è, al contrario, possibile determinare un «momento costituente» per l’Europa con l’obiettivo di produrre nuove istituzioni e lo spazio di una reale democrazia?

La giornata di sabato ( dalle ore 10 alle 14) avrà come titolo Quali scenari e strategie per l’Europa post-austerity.

I negoziati in corso tra il governo di Atene e le «istituzioni» sulla revisione dei Memoranda e la ristrutturazione del debito greco hanno fino in fondo evidenziato tutte le attuali contraddizioni insite nei processi di decisione politica nelle strutture costituzionali dell’Unione Europea. Quali assetti dovrebbero essere messi in questione per consentire un cambiamento significativo nelle politiche europee? O è la stessa Unione a essere diventata strutturalmente irriformabile? Quali cambiamenti sarebbero invece necessari per definire una nuova governance economico-finanziaria in Europa, più equa e democratica?

In una situazione in cui le élite continentali sembrano unicamente preoccupate di impedire qualsiasi tentativo di condizionare «dal basso» i processi decisionali nel campo delle politiche economiche e sociali, vi è piuttosto l’urgenza di aprire un dibattito serio sulle prospettive d’integrazione politica ed economica dell’Eurozona e della stessa Unione. Quali opzioni sono effettivamente in campo per una riforma istituzionale nella governance europea, prima di arrivare al suicidio d’Europa? Come possono questi diversi scenari interagire con le reali dinamiche sociali in conflitto?

Intervengono: Myrto Bolota (Solidarity4All, Grecia), Loukia Kotronaki (Dyktio, Grecia), Rita Maestre (Podemos, Spagna), Raúl Sanchez Cedillo (Fundacion de los Comunes, Spagna), Daphne Büllesbach, Ulrike Guerot, Catherine Fieschi, Corinna Genschel, Martin Glasenapp, Srecko Horvat, Engin Isin, Mario Neumann, Thomas Seibert, Igor Stiks.

Per informazioni e adesioni: rsvp@euroalter.com

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