Europa

Euro e debito: settimana cruciale per la Grecia

Eurogruppo 11 febbraio L'Eurogruppo vuole "un piano" preciso dalla Grecia e rappresentanti della trojka sono ad Atene. Londra soffia sul fuoco del Grexit ("solo questione di tempo" per Greenspan, ex Fed). Francia e Italia cercano di calmare il gioco. Padoan risponde a Varoufakis: il "contagio italiano è escluso". Per Gabriel (Spd, vice-cancelliere), ci sono probabilità "pari a zero" che la Germania prenda in considerazione la richiesta di riparazioni di guerra

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 10 febbraio 2015

Settimana cruciale per la Grecia e il suo debito insostenibile. L’Eurogruppo preme e pretende che Varoufakis ”consegni” alla riunione straordinaria di domani a Bruxelles il “piano” per uscire dalla crisi. C’è chi getta olio sul fuoco e chi cerca di calmare il gioco. In Gran Bretagna, David Cameron ha convocato un vertice con il cancelliere dello scacchiere, George Osborne, e dei rappresentanti della Bank of England, per prevenire il “contagio” nell’eventualità di un Grexit. Per l’ex capo della Federal Reserve, Alan Greenspan, difatti, l’uscita della Grecia dall’euro “è solo questione di tempo” (lo ha detto in un’intervista alla Bbc). Hanno invece cercato di calmare il gioco, ieri, Francia e Italia. Il ministro delle Finanze, Michel Sapin, a Istambul per il G20, ha affermato che “bisogna assicurare un finanziamento” alla Grecia, perché in caso contrario il paese “sarà preda di una possibile situazione di panico sui mercati”. Ma, ha aggiunto Sapin, “non possiamo dire solo finanziamo, finanziamo, perché la contropartita di questo sostegno deve essere il rispetto delle regole europee da parte di Atene”. Parole di distensione sono venute anche da Pier Carlo Padoan, in risposta all’attacco di Yanis Varoufakis, che irritato dall’approvazione da parte di Renzi della decisione della Bce di mercoledi’ scorso, ha affermato in tv che l’Italia rischia “il fallimento” con un debito “insostenibile”. Padoan, dal G20, ha precisato che il debito italiano “non è sul tavolo” e alla “parole fuori luogo” di Varoufakis ha risposto che “l’obiettivo è trovare una soluzione condivisa per la Grecia a partire dall’Eurogruppo”. Padoan ha escluso un “rischio contagio” per l’Italia e ha rivendicato il nuovo corso dell’agenda europea, con “crescita, occupazione e investimenti”. Intanto Padoan ha presentato a Bruxelles un piano per un intervento pubblico sulle banche e il passivo accumulato, in vista di nuovi “strumenti per gestire il problema dei crediti deteriorati” che non venga respinto dalla Ue come un aiuto statale irregolare.

Il governo greco fa un discorso senza concessioni, ma non ha rotto i contatti con Bruxelles. Per preparare l’Eurogruppo dell’11, che precede di un giorno il vertice Ue che sarà il debutto di Tsipras a Bruxelles, Atene accoglie dei rappresentanti dell’odiata trojka: da domenica sono in Grecia Declan Costello, rappresentante della Ue nella trojka, con Thomas Wieser, presidente dell’Euro Working Group, che prepara la riunione dell’Eurogruppo. La Bce, che mercoledi’ ha chiuso un rubinetto di finanziamento alla Grecia, rifiutando dall’11 febbraio prossimo in garanzia le obbligazioni di stato greche (valutate “spazzatura” dalle agenzie di rating, per S&P ormai la Grecia è scesa a B-), resta divisa sulla mossa di mercoledi’ scorso. A causa del meccanismo di rotazione nel voto al consiglio dei governatori, alcuni paesi non erano presenti al voto che ha deciso il colpo di mano di mercoledi’: tra essi la Francia (e anche Grecia e Cipro). E la presidente del consiglio di vigilanza dellz Bce, la francese Danièle Nouy, ha affermato che “oggi le banche greche sono molto più solide”.

Dalla Germania è arrivato un nuovo secco “nein” alla richiesta delle riparazioni di guerra da parte di Tsipras. Per Sigmar Gabriel, Spd e vice-cancelliere, la “probabilità è eguale a zero”. La questione “è stata risolta 25 anni fa, giuridicamente con il trattato 2+4” del ’90 (le due Germanie più gli Alleati), che hanno accettato la rinuncia alle riparazioni (e la Grecia l’aveva approvato). “Non serve a nulla proseguire su questa strada” ha concluso Gabriel, al seminario Spd di Nauen. Per il portavoce del ministero delle Finanze di Berlino, non c’è “nulla di nuovo” su questo fronte.

 

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