Elegia dei diseredati, suicidari; canto e celebrazione degli sconfitti, della catastrofe, la luce catastrofica che mentre abbaglia dice – per affievolimenti e riflessi occidui – l’estinzione delle cose, Eureka di Lisandro Alonso è discorso politico immerso nella luce della storia (entro cui si avvicendano ineluttabilmente gli eventi), che trascende a discorso ontologico e teorico, in balia della luce del dispositivo, della proiezione. La natura è sempre più – anzi, da sempre – cosa simbolica, linguistica quindi cinematografica: ecco il «reale» in cui si muove sin da principio il cinema di Alonso, anche quando magari si poteva constatare il presupposto mimetico...