La catena milanese della grande distribuzione, Esselunga, con tanti estimatori nella maggioranza di governo, coinvolta in una bruttissima vicenda di sfruttamento del lavoro. Una «condotta» di «carattere fraudolento» che «dura da numerosi anni e ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all’erario». Le parole del pm di Milano Paolo Storari nel decreto che ha portato la Guardia di Finanza a eseguire un sequestro da quasi 48 milioni di euro a carico di Esselunga per una presunta maxi frode fiscale sull’Iva, portata avanti con lo schema della cosiddetta «somministrazione illecita di manodopera». Un «sistema», già emerso in altre indagini del pm Storari e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, attraverso il quale grandi aziende si garantiscono «tariffe altamente competitive» sul mercato «appaltando manodopera» in modo irregolare per servizi di logistica e «movimentazione merci».

Lavoratori che, anche in questo caso, secondo l’accusa, di fatto lavoravano per la grande impresa, ossia Esselunga, ma che sulla carta erano dipendenti di cooperative, consorzi e altre società, i «serbatoi di manodopera», che nascevano e morivano in breve tempo, lasciando debiti. E con gli operai costretti a «migrare» da una società all’altra per mantenere il lavoro. «Non si tratta solo di tasse evase», ha commentato l’Usb – . Ben più tartassati risultano i lavoratori a cui sono stati fregati i contributi previdenziali, il Tfr e noi denunciamo da tempo situazioni ottocentesche nei magazzini della logistica».
Sul fronte delle indagini, dopo i casi della logistica (Dhl, Gls, Uber, Brt e Geodis), è emerso che anche il colosso dei supermercati, fondato da Bernardo Caprotti (morto nel 2016), avrebbe portato avanti lo stesso meccanismo illecito tra il 2016 e il 2022. Avrebbe beneficiato della «stipula di fittizi contratti di appalto» sulla manodopera, «in violazione della normativa di settore», e di un giro di false fatture per «oltre 221 milioni di euro». Mentre le società “filtro” non avrebbero versato l’Iva e gli oneri previdenziali e assistenziali.

Tra gli indagati Stefano Ciolli e Albino Rocca, rispettivamente l’ex e l’attuale direttore finanziario. E la società per la responsabilità amministrativa.
Sempre ieri altro caso di caporalato che ha portato al «controllo giudiziario», una sorta di commissariamento, per la società cooperativa Servizi Fiduciari. Società che fa parte del gruppo Sicuritalia, leader nella vigilanza privata. Tra i clienti big della cooperativa, oltre a Carrefour e Lidl e molti altri, anche Esselunga. Clienti non indagati nell’inchiesta che ha accertato «azioni di sfruttamento» della cooperativa, approfittando dello «stato di necessità», su «oltre 9.000 lavoratori».

Decine le testimonianze agli atti. Un vigilante ha spiegato di essere “riuscito ad ottenere tre giorni di ferie solo al momento in cui mio padre stava per morire”. In un altro verbale choc si diceva: «Mediamente effettuo 80 ore di straordinario al mese».