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Espulsi i 100 migranti che a maggio protestarono al Cara di Castelnuovo

Espulsi i 100 migranti che a maggio protestarono al Cara di CastelnuovoLa protesta al Cara di Castelnuovo, vicino Roma

Roma La revoca dell'accoglienza, promulgata da Questura e Prefettura, sarebbe stata comminata proprio ai migranti protagonisti della ribellione, denunciano in un comunicato le associazioni Laboratorio 53 e Servizio Civile Internazionale, assieme alla rete antirazzista Resistenze Meticce

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 19 luglio 2014

Il 10 maggio scorso in centinaia erano usciti dal CARA di Castel Nuovo, alle porte di Roma, bloccando la strada per protestare contro le condizioni di vita nel centro per rifugiati e richiedenti asilo. Alla protesta la risposta di carabinieri e polizia senza nessuna mediazione: cariche, feriti, arresti. Uomini e donne sdraiati per terra con cartelli con su scritto in diverse lingue “We are human” Esclusi ai margini della città, in una struttura sovraffollata, con cibo scadente e privati per motivi burocratici dei pochi euro al giorno a cui hanno diritto. Sotto accusa da parte dei migranti la cooperativa che gestisce il centro, Auxilium, la stessa che ha in carico il Cie romano di Ponte Galeria.

Oggi circa 100 migranti sono stati allontanati dal centro, espulsi dal circuito dell’accoglienza per entrare nella precarietà esistenziale più assoluta, senza nessuna rete di sostegno. La revoca dell’accoglienza, promulgata da Questura e Prefettura, sarebbe stata comminata proprio ai migranti protagonisti della ribellione, denunciano in un comunicato le associazioni Laboratorio 53 e Servizio Civile Internazionale, assieme alla rete antirazzista Resistenze Meticce. “Le persone espulse dal circuito dell’accoglienza vivevano già in condizioni di precarietà ed incertezza di status giuridico, fragilità psicologica ed esclusione sociale. – scrivono nel comunicato -Con questo provvedimento è confermata la logica della discriminazione e del controllo sulle vite dei migranti, l’umiliazione e la violazione della libertà di espressione. Lo Stato italiano costringe così alla strada e alla completa indigenza persone che per legislazione nazionale e internazionale dovrebbero invece ricadere sotto la sua protezione. E lo fa perché hanno osato alzare la testa ed esigere rispetto, dignità e diritti; un attacco alla libertà di espressione di chiunque, non solo della loro”

A chiedere spiegazioni alla Prefettura è intervenuto il consigliere comunale di Sel Gianluca Peciola. “Se questa notizia dovesse trovare conferma – ha dichiarato Peciola – si tratterebbe di una gravissima repressione del dissenso che rischia di aumentare la tensione all’interno del Cara. Chiediamo un chiarimento immediato alla Prefettura su queste espulsioni”. Mentre Marta Bonafoni, consigliera regionale eletta nel listino di Zingaretti chiede un maggiore impegno “nella direzione di alimentare e ampliare l’informazione su come si vive in questi luoghi, scongiurando ogni gesto discriminatorio nei confronti di quei migranti che cercano di rivendicare i loro diritti”.

Sulla vicenda è intervenuta anche Celeste Costantino, parlamentare di Sinistra e libertà, che al seguito delle proteste dei migranti aveva indirizzato un’interrogazione parlamentare al ministro Alfano che aveva risposto così: “una riunione tra i rappresentanti degli ospiti, i funzionari della prefettura e della questura di Roma ed il direttore del centro, sono state fornite le assicurazioni circa l’impegno della stessa prefettura a ricercare possibili soluzioni alle istanze avanzate sul rilascio di carte prepagate e a dare anche attenzione al miglioramento della qualità degli ambienti e dei servizi”.
“Parole che oggi – dichiara la Costantino appresa la denuncia delle associazioni – suonano come una beffa per decine di richiedenti asilo e rifugiati che stanno perdendo l’unico sostegno che lo Stato contemplava e la loro libertà, oggi sempre più a rischio”

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