Ernesto De Martino e la letteratura, una singolare complessità
Scaffale Per Carocci un libro a cura di Paolo Desogus, Riccardo Gasperina Geroni e Gian Luca Picconi. Si indaga il rapporto del più grande antropologo italiano con alcuni dei più importanti scrittori italiani ed europei contemporanei
Scaffale Per Carocci un libro a cura di Paolo Desogus, Riccardo Gasperina Geroni e Gian Luca Picconi. Si indaga il rapporto del più grande antropologo italiano con alcuni dei più importanti scrittori italiani ed europei contemporanei
Ci sono libri inutili e ci sono invece libri che aprono nuovi orizzonti e nuove prospettive e che senza alcun dubbio arricchiscono il lettore. De Martino e la letteratura fa parte senza dubbio di quest’ultima categoria. Curato da Paolo Desogus, Riccardo Gasperina Geroni e Gian Luca Picconi (Carocci, pp. 286, euro 28), è nato dalla collaborazione di un’equipe di studiosi che fanno capo a varie Università italiane ed europee: Paolo Zublena, Fabio Moliterni, Roberto Dainotto, Antonio Fanelli, Marco Gatto, Andrea Agliozzo, Alessandra Grandelis, Angela Borghesi, Chiara Carpita, Marco Antonio Bazzocchi, Francesco De Cristofaro e Valentina Vetere, Stefania Rimini e Renato Nisticò, quest’ultimo prematuramente scomparso alcuni anni fa.
Nell’introduzione vengono sottolineati la singolare complessità della figura del più grande antropologo italiano, la sua relazione e il suo costante confronto con alcuni dei più importanti scrittori italiani ed europei contemporanei. Infatti, «l’attenzione riposta sul valore conoscitivo dell’espressione letteraria costituisce un tratto essenziale della ricerca antropologica e della meditazione filosofica di De Martino».
Partendo da questa premessa, il volume è stato diviso in tre parti: nella prima vengono esaminate le fonti letterarie che lo hanno ispirato nel corso del tempo; la seconda (Confronti) viene dedicata all’analisi del sodalizio intellettuale fra De Martino e alcuni scrittori e scrittrici italiani (Cesare Pavese, Rocco Scotellaro, Pier Paolo Pasolini, Cesare Cases, Franco Fortini, Elsa Morante e Amelia Rosselli), e infine nella terza parte (Prospettive) si raccolgono cinque studi sull’esperienza di lettura dei testi demartiniani successiva alla scomparsa dell’etnologo napoletano, avvenuta nel 1965 (era nato nel 1908).
Composto da saggi per nulla accademici, molto intensi e di facile lettura, questo libro non è semplicemente utile, ma necessario, in quanto aggiunge dei tasselli molto importanti per la conoscenza di una delle personalità più affascinanti della cultura italiana del Novecento, di cui proprio di recente Einaudi ha ristampato due delle sue principali opere, e cioè La fine del mondo. Contributo all’analisi delle apocalissi culturali, nuova edizione a cura di Giordana Charuty, Daniel Fabre, Marcello Massenzio (2019), e Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria, nuova edizione a cura di Marcello Massenzio (2021).
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