Enzo Avitabile, «uno sguardo sulle periferie esistenziali»
Intervista De Gregori, Giorgia, Mannarino , Fresu, Delbono, Marini nel nuovo album dell’artista napoletano «Lotto infinito». «Racconto porzioni di realtà individuali ma unite fra loro. La quotidianità dell’uomo di tutti i giorni»
Intervista De Gregori, Giorgia, Mannarino , Fresu, Delbono, Marini nel nuovo album dell’artista napoletano «Lotto infinito». «Racconto porzioni di realtà individuali ma unite fra loro. La quotidianità dell’uomo di tutti i giorni»
«Qui Napoli Nord, asse strafuttente,terra a svantaggio, gente fora ‘e vista, inesistente». Comincia così il nuovo disco di Enzo Avitabile, Lotto Infinito (Sony), album entusiasmante e appassionato, la prosecuzione di un lungo discorso di solidarietà verso gli oppressi e gli emarginati, con ritmiche contadine e accenti word music, partito più di dieci anni fa con Salvamm ‘o munn e arrivato a Napoletana e Black Tarantella. Cantante, compositore e polistrumentista, Avitabile è ormai una star planetaria, grazie a Music Life, il film di Jonathan Demme del 2014 che testimoniava i suoi numerosi incontri, da Eliades Ochoa a Trilok Gurtu, con musicisti di tutto il mondo.
«Il mio sguardo è sulle periferie esistenziali, quelle zone popolari come Scampia e Capodichino, Secondigliano e Marianella, dove sono nato e dove vivo, quella Napoli meno appariscente, quella che non si vede dal mare, quella gente che non ha niente da quando apre gli occhi ogni mattina e combatte tutta la giornata. In un periodo passavo spesso da Ponticelli, un altro quartiere di grande povertà e alta disoccupazione, dove c’è questo Lotto Zero, tanti alti palazzoni grigi fatti per la 167, un’area fortemente degradata (ndr, qui è stato ucciso Ciro Colonna, 19 anni, una vittima innocente di una sparatoria tra gang criminali). Qualcuno aveva modificato lo zero facendolo diventare il doppio occhiello di infinito, così è nata l’idea di questi Lotti Infiniti, frammenti dell’universo, porzioni di realtà individuali ma unite fra loro. La quotidianità dell’uomo di tutti i giorni, Peppe o Pasquale, vicini e simili a Faical o Massoud, con le loro speranze di miglioramento». Anche questo nuovo cd, quattordici canzoni, vive di incontri, «è un progetto che è un po’ il seguito di Black Tarantella, stavolta però in questo percorso ho deciso di condividere quest’esperienza, con altri artisti, prevalentemente italiani». Ci sono De Gregori, Giorgia, Renato Zero, Caparezza, Mannarino, Paolo Fresu, Elena Ledda, Pippo Delbono, Giovanna Marini e molti altri artisti, come la cantante franco-marocchina Hindi Zahra e il polistrumentista Daby Tourè.
«È stata una produzione complessa, durata quattro anni. Sono tutti brani inediti, è stato un lungo lavoro di preparazione, e con ciascuno dei partecipanti ho voluto dialogare, incontrarmi, parlare un poco del lavoro insieme. Non mi piaceva farmi mandare un intervento registrato poi da mixare. Ho scritto alcuni brani, pensando all’inserimento di altre voci e ho lasciato a ognuno spazio in sala di registrazione. Con Francesco De Gregori è stato molto facile, ha scritto il suo testo in mezzora, con Renato Zero un po’ più complicato, abbiamo rifatto alcune parti, lui mi ha consigliato il finale, con Paolo Fresu e Elena Ledda abbiamo cercato e inseguito quel carattere della loro musica tradizionale e Caparezza mi ha contagiato col suo entusiasmo, con l’incitamento all’azione». Ci sono tante sequenze emozionanti, in De Profundis con Giorgia, un grido di dolore e insieme di speranza o Attraverso l’acqua, dove Avitabile con Francesco De Gregori affronta il tema degli immigrati che arrivano a Lampedusa e il più disperato di tutti, Abbi pietà di noi, colonna sonora finale del film Indivisibili, cantato insieme con Angela e Marianna Fontana, le sorelle «gemelle» del film di Edoardo De Angelis, presentato a Venezia. «É una sorta di rielaborazione laica delle Litanie Lauretane, che girano come un atto di dolore intorno alla storia delle terre dei fuochi. Una supplica iterativa da fine rosario, dove sfilano i territori avvelenati. Qualiano terra appicciata abbi pietà di noi, Caivano terra appicciata abbi pieta di noi, ‘a Campania destinata a discarica a cielo apierto, cupierchio ‘e score nucleari».
Fanno da contraltare personaggi positivi come Felice Pignataro, l’inventore del centro sociale Gridas e del Carnevale di Scampia, con le sue maschere di cartapesta, citato in San Ghetto Martire. «Io sono credente, mi sento un cristiano in cammino, attento alle forme della devozione popolare e mi ha colpito Pignataro. Il suo centro non aveva le porte come simbolo d’accoglienza, per l’idea di voler dare rifugio a tutti». O come Bianca, per la giovane cantautrice di Aversa, Bianca d’Aponte, scomparsa a 23 anni, da molti anni nel suo nome si tiene un festival per le giovani cantautrice emergenti, una presenza evocata da una sensibilità leggera e curiosa.
A fine mese andrà in onda su Sky Arte uno speciale di un’ora su Avitabile, registrato in parte nella casa di Marianella e in parte nei suoi concerti dal vivo. Il lungo tour partirà il 20 novembre, all’Auditorium di Roma, dove Avitabile sarà accompagnato dai Bottari di Portico, la fragorosa macchina ritmica che percuote botti, tini e falci.
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