Enzo Avitabile, segnali di resistenza e ritmi ancestrali
Musica Stasera allo Sponz Fest di Calitri, l’artista campano suona affiancato dai Bottari di Portico e dal rapper Nto’. «Quest’ultimo anno è stato terribile. Dobbiamo recuperare il nostro orgoglio in un mondo alla rovescia, dove salvare vite umane in mare è diventato un delitto»
Musica Stasera allo Sponz Fest di Calitri, l’artista campano suona affiancato dai Bottari di Portico e dal rapper Nto’. «Quest’ultimo anno è stato terribile. Dobbiamo recuperare il nostro orgoglio in un mondo alla rovescia, dove salvare vite umane in mare è diventato un delitto»
«Un concerto tira l’altro. In questo mese di agosto ho suonato ogni sera come una missione, volevo portare un segnale di resistenza e di energia puntando sulla fratellanza spirituale, sulla gioia collettiva e su una purificazione attraverso il ritmo». Così racconta Enzo Avitabile, musicista pluripremiato e amatissimo da un pubblico trasversale, stasera protagonista allo Sponz Fest di Calitri, il festival itinerante ideato da Vinicio Capossela, giunto alla settima edizione, laboratorio di curiosi esperimenti tra luoghi solitari, musiche irregolari, conversazioni e degustazioni «per fare esperienza di sé e degli altri». All’interno della rassegna multidisciplinare ecco lo Sponz Pest, tre giorni di concerti tra speranze e pestilenze contemporanee, in località Vallone Cupo a cui si accederà in corteo rituale accompagnato dalla banda di ottoni, quella di Daniele Sepe & la Bassa Banda Processionale, in funzione per tutta la settimana.
VENERDÌ 23 tocca alla Mascarata con Morgan, Young Signorino, Alma Megretta, Livio Cori e altri interpreti di musica en travesti. Sabato 24 al padrone di casa Capossela con amici greci dai sotterranei del rebetiko, Manolas Pappas al bouzouki e Dimitri Mistakidis alla chitarra con Micah P.Hinson dal Texas. Tutta la maratona di appuntamenti, incontri, esibizioni dove ci sono i Mariachi Tres Rosas e il banditore libero Andrea Tartaglia su www.sponzfest.it I temi di quest’anno sono sottoterra, la peste e il pianto rituale, tutti in linea con la filosofia dei Bottari di Portico, la nutrita formazione casertana di falci, tini con le sue potenti marce tradizionali derivanti dal mondo contadino per scacciare gli spiriti maligni, che affiancheranno – insieme all’ospite speciale Nto’, rapper ex Co’Sang- il sassofonista di Marianella, in un’esibizione centrata sull’importanza del fuoco e dei rituali propiziatori, con l’andamento della pastellessa, sonorità arcaiche e salvifiche. «A Pest é un mio brano di qualche anno fa, una richiesta d’aiuto, un’invocazione contro le storiche piaghe sociali della periferia napoletana, la camorra, la droga, la perdita del senso morale.
Un ritmo ancestrale e moderno con intenti esorcizzanti. Quest’ultimo anno è stato terribile ma dobbiamo insistere sulle nostre parole d’ordine: solidarietà, senso della comunità, diritto alla vita, diritto al lavoro. C’è ancora bisogno di Salvamm ‘o munno e Tutt’eguale song ‘e criature, sono valori importanti per noi e le nuove generazioni contro il linguaggio dell’odio. Dobbiamo ritrovare la nostra memoria per avviare una rigenerazione sociale. Dobbiamo recuperare il nostro orgoglio in un mondo alla rovescia dove salvare vite umane in mare è diventato un delitto».
SABATO 25 il polistrumentista onusto di Targhe Tenco, David di Donatello e Nastri d’Argento (l’ultimo per il brano ‘A speranza, dal film di De Angelis) farà il suo debutto alla Notte della Taranta di Melpignano, il mega evento musicale di danza contagiosa, accompagnato dall’Orchestra salentina, un altro granello delle sue numerose collaborazioni.
«HO IL KARMA degli incontri, l’anno scorso ho suonato con Marcus Miller, a luglio con Kamasi Washington, il nuovo genio del jazz e col mio vecchio amico sardo Luigi Lai, il suonatore di launeddas (di cui il manifesto cd doveva pubblicare un album, finito in qualche archivio dimenticato) e mi sono molto divertito anche al Lucca Summer Festival, con Alfio Antico e Tony Esposito, che hanno mostrato un talento eccezionale nel colorare i miei brani, con gli spettatori che cantavano a memoria le parti italiane di Mane e Mane,il brano scritto più di venti anni fa con Mory Kante, il griot del Mali, per un progetto umanitario dell’Unicef, di scolarizzazione dei bambini africani, di quelli nati dalla sponda sfortunata del mare».
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