Enrico Vaime ci ha lasciato. E aumenta ancor di più il senso di vuoto per chi pensa che la radio e la televisione non siano sinonimi di svago narcisistico o di insistita stupidità. Vaime, infatti, è stato tra i protagonisti di un mondo capace di rendere possibile la produzione di consumo sì, ma di qualità. Vale a dire, la realizzazione di quella imprescrutabile mediana tra offerta d’élite e cultura popolare, capace di trasformare il divertimento in un’estetica. Dove il sorriso si accompagna alle leggerezza virtuosa, alla capacità di unire l’ironia alla visione malinconica, nella consapevolezza di ciò che di male...